Al Ministro dell’interno
– Per sapere – premesso che:
secondo quanto riportato dagli organi di stampa, un colpo di pistola è stato sparato la notte del 26 febbraio 2012 a Lamezia Terme contro una finestra della casa famiglia «Dopo di noi» (l’immobile è uno dei beni confiscati alla cosca Torcasio), che si occupa di assistenza ai disabili, una delle realtà di Progetto Sud di don Giacomo Panizza;
l’episodio malavitoso è avvenuto a pochi giorni dalla manifestazione «Il giorno che non c’è», contro la ‘ndrangheta, indetta per il 29 febbraio 2012 dalla suddetta comunità;
si tratta di un classico gesto intimidatorio rivolto al sacerdote, per invitarlo a desistere dall’impegno sociale esistente su questo fronte;
già nella notte di Natale due bombe erano state piazzate nello stesso edificio e qualche anno fa furono manomessi i freni dell’auto di una donna disabile che lavora alla Fish Calabria, altra associazione di promozione sociale, ubicata al piano terra della medesima palazzina di Progetto Sud;
sempre nei giorni scorsi, nella medesima strada, un raid vandalico aveva devastato la scuola «Don Saverio Gatti», da cui dovrebbe partire la manifestazione del 29; sebbene non si abbiano certezze sull’eventuale collegamento tra i due fatti delittuosi, sui quali stanno tuttora indagando le forze dell’ordine, l’attenzione merita di essere rivolta a ogni attacco intimidatorio nei confronti di tutte le iniziative nate per combattere la criminalità organizzata -:
quali urgenti ed efficaci iniziative di competenza intenda adottare al riguardo, al fine di evitare il ripetersi di simili accadimenti, anche attraverso un’azione forte di prevenzione.
TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA
Signor Presidente, On. li Deputati,
con l’interrogazione iscritta all’ordine del giorno, l’onorevole Tassone pone nuovamente all’attenzione di questa Commissione la questione delle manifestazioni delinquenziali verificatesi in Calabria, che incidono sulla tranquillità sociale di quel territorio.
Lo scorso 16 febbraio ho già risposto ad analoga interrogazione dello stesso onorevole Tassone, riguardante atti intimidatori posti in essere ai danni di amministratori locali ed esponenti della società civile calabresi, riferendo dei dispositivi operativi, nonché delle iniziative di prevenzione e di contrasto poste in essere dalle Autorità di Pubblica Sicurezza.
Per quanto riguarda i due recenti episodi indicati nell’interrogazione, verificatisi in Lamezia Terme, riferisco a questa Commissione sulla base degli accertamenti disposti dal Prefetto di Catanzaro e dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Il primo riguarda l’atto criminoso perpetrato ai danni della casa famiglia «Dopo di noi», ospitata in una palazzina confiscata ad un’organizzazione mafiosa. L’Associazione fornisce assistenza a soggetti svantaggiati per il tramite di «Progetto Sud Onlus», di cui è legale rappresentante il sacerdote Don Giacomo Panizza.
Nella notte di sabato scorso, l’esplosione di un proiettile ha colpito il vetro di una finestra dell’immobile ove ha sede la comunità «Progetto Sud».
Precedentemente, nei mesi di novembre e dicembre dello scorso anno, altri atti intimidatori avevano riguardato la struttura e beni delle associazioni ivi ospitate.
Anche l’ultimo episodio ha formato oggetto di immediata attenzione da parte del Prefetto di Catanzaro che, nella mattinata di domenica 26 febbraio, si è recato, unitamente al Questore, presso la sede della comunità per verificare quanto accaduto e, soprattutto, per esprimere solidarietà e vicinanza a Don Giacomo Panizza ed ai suoi collaboratori, ai quali è stato assicurato il massimo impegno delle Forze dell’Ordine per individuare i responsabili dell’atto violento.
Il Prefetto ha, quindi, immediatamente disposto nei confronti del Sacerdote l’intensificazione dei dispositivi di sicurezza già in atto. La posizione di Don Giacomo Panizza viene, inoltre, costantemente monitorata ai fini di ulteriori iniziative sotto il profilo della sicurezza personale.
Il secondo episodio riguarda il danneggiamento commesso ai danni dell’istituto Comprensivo Statale «Saverio Gatti» di Lamezia Terme. In questo caso, nella notte del 20 febbraio scorso, ignoti hanno riversato sul pavimento il contenuto di alcuni estintori presenti nella struttura. Sono stati, inoltre, frantumati i vetri delle finestre del piano terra.
Gli accertamenti svolti dalle Forze di Polizia hanno consentito di ricondurre l’episodio a meri atti vandalici.
Infatti, all’esito delle indagini sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria sette minorenni di età compresa tra i 14 e i 15 anni, ritenuti responsabili di vari danneggiamenti all’edificio scolastico. In tutto il territorio provinciale, lo scorso anno, sono stati registrati 40 atti intimidatori: 27 nei confronti di amministratori locali, 12 verso le Forze di Polizia e 1 ha riguardato Magistrati.
Nel territorio del comune di Lamezia Terme sono stati consumati 13 atti intimidatori di cui 6 nei confronti di amministratori locali e 7 nei confronti delle Forze di Polizia.
Voglio sottolineare, comunque, che il territorio di Lamezia Terme è oggetto di un’attenta strategia di prevenzione e di contrasto da parte delle Forze di Polizia, che hanno ulteriormente potenziato gli sforzi in tale direzione.
Anche rispetto agli episodi che hanno interessato altre località della regione vi è la massima attenzione da parte delle Autorità di pubblica sicurezza, per il contrasto alle organizzazioni criminali che tentano di condizionare, anche con atti dimostrativi, il fisiologico funzionamento dell’economia e l’ordinato svolgimento dei rapporti sociali.
In tale contesto, sono particolarmente esposte ad atti intimidatori quelle personalità della società civile e dell’economia che si distinguono fino ad assurgere, talora, ai ruolo di simboli – per il concreto impegno antimafia.
Ed è anche dalla società civile che possono giungere segnali positivi in grado di poter sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della legalità. Proprio oggi si svolge a Lamezia Terme una manifestazione contro la ‘ndrangheta, denominata «Il giorno che non c’è», con un corteo che partirà proprio dall’istituto «Gatti».
Questo impegno della società civile, unitamente all’attività svolta quotidianamente dall’Autorità di pubblica sicurezza, è fondamentale per contrastare e sradicare le organizzazioni criminali che operano nel territorio calabrese; occorre però il coinvolgimento di tutti creando e consolidando un vero e proprio «fronte antimafia». Per questo motivo, come ho ricordato nel corso della seduta di questa Commissione del 16 febbraio 2012, ho convocato presso la Prefettura di Reggio Calabria il Tavolo tecnico per il coordinamento delle Forze di Polizia, con la partecipazione di tutti i Prefetti delle province calabresi che hanno avviato un’attività congiunta di monitoraggio del territorio concentrando l’attenzione sulle possibili matrici comuni degli atti intimidatori fino ad oggi riscontrati. Tale attività sarà oggetto di ulteriore verifica congiunta in una prossima riunione che convocherò coinvolgendo anche i rappresentanti del mondo economico e della società civile.
Interrogazione a risposta immediata On. Tassone e D’Ippolito su atti di intima dizione verso popolazione calabrese e risposta del ministro.pdf