Nascite: Udc, Governo adotti politiche family friendly

(AGENPARL) – Roma, 23 mar – Nel nostro Paese si fanno meno figli. A registrare il dato è stato il libro bianco 2011 sulla salute dei bambini curato dall’OsservaSalute dell’Università Cattolica e dalla Società italiana di pediatria. Tra il 1871 e il 2009, la natalità è crollata fino a registrare un calo del 74,25 per cento con il rovesciamento della piramide anagrafica che riversa ora sui nonni l’onere di mantenere i nipoti senza lavoro. A dare al dato numerico un valore politico è stata una delegazione di deputati dell’Udc che sul tema ha presentato una mozione in Parlamento.

I deputati Capitanio Santolini, Carlucci, Galletti, Buttiglione, Volontè, Binetti, D’Ippolito Vitale, Delfino, Anna Teresa Formisano, Compagnon, Pezzotta, Bosi, Calgaro, Enzo Carra, Mereu, Occhiuto, Tassone sostengono che a parte la grave crisi economica che spinge i giovani a sposarsi tardi e a non mettere al mondo figli, vi è anche un ruolo fondamentale delle famiglie di origine che spesso fungono come ammortizzatore sociale.

“Da una comparazione di diversi sistemi fiscali (anno 2007) emerge che su 27 Paesi della Unione europea l’Italia è al 25o posto per la spesa per la famiglia rispetto prodotto interno lordo: si va dal 3,9 per cento della Danimarca al 3 per cento di Svezia e Germania, al 2,5 per cento della Francia e Ungheria fino all’1 per cento dell’Italia e questo 1 per cento non è costituito da politiche prettamente familiari ma da una serie di provvidenze che non fanno la differenza tra chi ha figli e chi non ne ha”. Il problema è quindi politico e il governo dovrebbe impegnarsi a promuovere interventi che coinvolgano istituzioni, imprese e sindacati, famiglie con le loro associazioni con ruoli diversi ma complementari, con l’obiettivo di lavorare insieme per individuare politiche integrate a tutela della famiglia, come sta accadendo in alcune città d’Italia che fanno da battistrada e come si sta facendo in Germania da tempo.










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