(AGENPARL) – Perugia, 26 mar – La singolare quanto eclatante protesta del sindaco di Assisi sulla chiusura del punto nascita del nosocomio della città serafica mette al centro del dibattito politico due argomenti sui quali la Giunta non può e non deve fare spallucce, ma aprire finalmente un confronto serio in sede di Consiglio Regionale.
La chiusura di alcuni punti nascita nella nostra regione appare inevitabile, ma essa dovrà effettuarsi non nascondendo si dietro meri criteri numerici. La questione, infatti, dovrà entrare a far parte a pieno titolo della riforma complessiva della sanità regionale, tantissime volte annunciata ma finora neanche discussa, tenendo conto delle singole peculiarità che caratterizzano gli ospedali umbri. La seconda questione, strettamente legata alla chiusura dei diversi punti nascita con conseguente concentrazione dei parti in poche strutture, riguarda la facoltà di poter registrare i nuovi nati nel comune di residenza dei genitori, a salvaguardia dell’identità delle nostre città. A tal proposito, in seguito alla cessazione dei primi reparti nella nostra regione, nel luglio 2010 la sottoscritta aveva presentato una mozione con la quale si intendeva impegnare la Giunta Regionale ad attivarsi presso il Governo nazionale affinché facesse proprie le iniziative normative utili a ripristinare il naturale collegamento tra territorio di appartenenza e singole nascite. Si invitava altresì la Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica a dare rapido seguito all’iter legislativo concernente le proposte di legge in materia di registrazione delle nascite nel comune di residenza dei genitori. In questi 20 mesi, però, la Conferenza dei Capigruppo non ha ritenuto opportuno portare questa mozione all’attenzione dell’Aula. In data odierna, pertanto, ho inviato una lettera di sollecito al Presidente del Consiglio Regionale affinchè la massima assise regionale affronti quanto prima questo argomento, particolarmente sentito dai cittadini umbri, così da tutelare il diritto del nascituro al riconoscimento del luogo di origine della propria famiglia. E’ fondamentale, pertanto, che questi due aspetti (chiusura dei punti nascita e salvaguardia dell’identità) viaggino di pari passo, facendo sì che alla razionalizzazione e all’evoluzione del sistema sanitario regionale si accompagni una richiesta di revisione della normativa nazionale, così da tutelare il diritto della persona al riconoscimento del luogo di origine della propria famiglia. È quanto dichiara in una nota, il consigliere regionale Sandra Monacelli, Presidente del Gruppo Consiliare “Casini – Unione di Centro”.