(DIRE) Roma, 16 apr. – “Inutilmente avevamo cercato di richiamare l’attenzione del governo su di una decisione ingiusta oltre che impopolare. Nei giorni scorsi avevamo segnalato la sciocca crudelta’ di tar-tassare proprio i nostri migliori giovani talenti. La manifestazione promossa domani dai giovani specializzandi e’ la risposta alla mancanza di risposta che la nostra domanda esigeva” afferma Paola Binetti, deputato Udc, e prosegue: “Silenzio da parte dei ministri competenti, da quello dell’Economia e delle Finanze, a quello del Lavoro, da quello dello Sviluppo economico, a quello dell’Universita’ e a quello della Salute. Un silenzio assordante da parte di tutti.
Impressiona questa enorme sproporzione tra il livello di competenza tecnica del nostro governo e il livello di sensibilita’ effettiva ai problemi posti dalle categorie a rischio, soprattutto se giovani e giovani di ottime ed eccellenti speranze”.
“Al via quindi domani lo sciopero dei medici specializzandi: non saranno in corsia, dove ormai la loro presenza e’ considerata assolutamente necessaria, stante il famoso blocco delle assunzioni. Scatta con tutto l’impeto di cui sono capaci i giovani la protesta contro il decreto sulla Semplificazione fiscale, gia’ approvato in Senato. Un decreto che impone l’Irpef a chi percepisce borse di studio, il cui importo supera gli 11.500 euro all’anno”.
“Intendiamoci- prosegue la deputata Udc- meno di 1000 euro al mese, per persone che hanno all’attivo una formazione che oscilla intorno ai 10 anni di studio: sei anni per laurearsi piu’ i primi anni di una specializzazione, faticosamente conquistata, se si tiene conto della sproporzione tra il numero di borse di studio disponibili e il numero di giovani medici aspiranti alle Borse.
La regola vale anche per i dottorandi di ricerca: vincitori di concorsi spesso difficili, in cui c’e’ una selezione tutt’altro che banale se si considera che ogni dottorato ha non piu’ di 2-3 borse disponibili”.
“Stiamo parlando proprio della nostra meglio gioventu’- dice ancora Binetti- un po’ lavoratori, un po’ studenti: lavoratori dipendenti senza diritti, senza straordinari, senza festivi pagati, senza tredicesima: pero’ tassati come e piu’ degli altri. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che questi giovani professionisti in formazione pagano anche le tasse ai loro atenei, perche’ sono considerati a tutti gli effetti studenti in formazione. Un’ambiguita’ di ruolo che meriterebbe ultariori approfondimenti, posto che corsie e laboratori senza di loro stenterebbero ad andare avanti”.
“Pagano le tasse per poter lavorare e pagano le tasse sulle borse di studio per poter studiare: l’importante e’ spremerli a dovere, perche’ imparino da subito quale sara’ il loro destino di cittadini: una pressione foscale soffocante e, soprattutto, mortificante. Li incontreremo domani nel loro sit-in davanti a Montecitorio. Saremo in tanti, parlamentari di tutti gli schieramenti- conclude Binetti- perche’ le ingiustizie non hanno colore politico: sono ingiustizie e basta. Tanto piu’ gravi quando vengono perpetrate ai danni delle nuove generazioni e infrangono sul nascere una fiducia, per altro gia’ molto esile, sulla effettiva consistenza del patto intergenerazionale”.