(DIRE) Bologna, 19 apr. – Vorrebbe un polo di ascolto, in un ospedale pubblico, per le dipendenze da internet, siano esse da videogame, da social network o da gioco d’azzardo on line. Uno sportello, sul modello di quelli creati alle Molinette di Torino e al Gemelli di Roma, che sia figlio appunto della sanita’ pubblica e affronti un problema che “sta assumendo proporzioni simili a quello di altre dipendenze patologiche”. La consigliera regionale dell’UDC, Silvia Noe’ ha lanciato la sua idea ieri sera, al convegno “Sessualita’, affettivita’, internet”, durante il quale il dirigente della Polizia postale Geo Ceccaroli da una parte, e il direttore dell’Istituto di Ortofonologia di Roma Federico Bianchi di Castelbianco dall’altra, hanno illustrato i pericoli del web: dalla perdita della dimensione del reale, alla sottovalutazione dell’affettivita’, fino a derive penali come l’adescamento dei minori, le truffe, la diffamazione.
I minori, per esempio, hanno spiegato Bianchi e Ceccaroli, fino a un paio di anni fa passavano da una a tre ore su internet ogni giorno. Adesso superano le cinque ore e la loro eta’ si e’ abbassata: navigano sul web gia’ da piccoli. Inoltre, i nuovi smartphone permettono di collegarsi alla rete e di rimanere connessi a oltranza. Nel frattempo, tra gli adulti crescono coloro che, oltre al videopoker, giocano d’azzardo on line.
Da qui l’idea di Noe’, che da subito si attivera’ per verificare anche tramite la Regione, se a Bologna, in uno degli ospedali, si possa attivare un luogo dove giovani e adulti possano rivolgersi per prevenire o curare le dipendenze da web.
In settimana, intanto, la consigliera presentera’, in una conferenza stampa, un progetto di legge che riguarda in particolare il gioco d’azzardo.