(AGI) – Roma, 28 mag. – “Abbiamo valutato con prudenza le indiscrezioni sul progetto di riforma del CSM e bene ha fatto Monti a smentirne la consistenza”. Lo sottolinea Pierluigi Mantini, responsabile riforme istituzionali dell’Udc, secondo il quale “Catricala’ ha sbagliato, Monti lo ha corretto, il caso e’ chiuso”.
Mantini spiega le tre ragioni che lo spingono a ritenere la vicenda chiusa. “In primo luogo – afferma – non si puo’ modificare il principio costituzionale dell autogoverno della magistratura con legge ordinaria. Lo stesso disegno Alfano, che prevede l’Alta Corte di disciplina, e’ di rango costituzionale ed e’ stato abbandonato nei lavori parlamentari. Non c e’ spazio per una riforma di questa natura In secondo luogo, si puo’ anche ipotizzare una diversa organizzazione unitaria dei procedimenti disciplinari ma non certo sulla base della dipendenza dei magistrati dagli eletti di origine parlamentare. In terzo luogo – conclude – una riforma di questo tipo implica un serio dibattito e non iniziative clandestine”.