(AGENPARL) – Roma, 12 gui – Intervenendo stamattina alla presentazione del Rapporto Annuale Federculture 2012 “Cultura e Sviluppo – La scelta per salvare l’Italia”, i l vicepresidente della Camera e presidente dell’UDC Rocco Buttiglione, già ministro per i Beni Culturali, ha posto l’accento sulla centralità della questione culturale in Italia: “La questione culturale in Italia è assolutamente centrale e invece viene trascurata.
La sua centralità è fondamentale su molti piani, anche su quello dello sviluppo e dell’economia. E’ necessario ritrovare e rilanciare questa centralità. A partire dalle scuole: l’amore per la cultura e per i beni culturali cominica da lì, e non si capisce perché in Italia non sia diffusa come all’estero l’abitudine di far incontrare spesso e in modo interessante e attraente gli scolari con i beni culturali. Questo si lega a un altro tema fondamentale: in Italia abbiamo una cultura della conservazio ne dei beni culturali e si sta iniziando a sviluppare una cultura della valorizzazione. Bene, ma entrambe rischiano di restare vuote se non facciamo proprio l’anello che le collega, cioè la cultura della fruizione. Dobbiamo rendere i beni culturali fruibili, comprensibili, godibili, in modo che si crei un rapporto diretto tra loro e la cittadinanza, un rapporto che sia anche legame. I beni culturali sono anche una importante risorsa economica che attrae visitatori da tutto il mondo, ma questo sarà ancor più moltiplicato se si parte da una buona fruizione e dalla riscoperta di un legame forte con i cittadini e il territorio.
Lancio inoltre una proposta concreta. Per i beni culturali ci vogliono investimenti: è fondamentale attrarre capitali privati, ma questi non verranno senza investimenti pubblici che saranno comunque sempre necessari.
Per questo gli italiani dovrebbero interrogarsi su quale valore danno alla cultura, la cui prima funzione è di rendere più umano l’umano. Ora è un tempo di vacche magre, si può però procedere a una revisione della spesa di metà anno del Ministero e vedere se i fondi stanziati per le varie opere saranno realmente utilizzati. Si potrebbe così recuperare fondi che non saranno spesi per concentrarli su interventi realmente cantierabili”.