Presidente, il nostro gruppo ha espresso, sia in sede di discussione sulle linee generali e anche con la dichiarazione di voto resa questa mattina dall’onorevole Mantini, qual è la nostra posizione, qual è la posizione del gruppo dell’UdC. Noi vediamo come un fatto positivo questo provvedimento. Certamente qualcuno pretenderebbe qualcosa in più, avrebbe richiesto traguardi molto più significativi da raggiungere, ma noi certamente dichiariamo con estrema tranquillità che un percorso è iniziato.
Non c’è mai nessuna norma perfetta che possa contrastare sia la criminalità organizzata e in questo caso la corruzione. Certo, è un dato importante quello che noi più volte abbiamo rilevato: sono sufficienti soltanto le norme per scardinare la corruzione all’interno del nostro Paese oppure c’è bisogno – ecco l’importanza di questo provvedimento e della discussione che abbiamo fatto – di una fase culturale nuova, di un approccio nuovo e diverso e di una presa di coscienza? Credo che il ruolo del Parlamento sia determinante e abbia la sua centralità, la sua forza, la sua capacità di mandare forti messaggi anche attraverso delle norme legislative più appropriate.
Questo provvedimento è stato presentato nel 2010. Credo che sia passato un lungo arco di tempo. Ci sono stati un dibattito e un confronto. In alcune momenti sembrava che tutto dovesse essere accantonato e dissolto. Ritengo che, invece, ci siano degli aspetti e dei fatti estremamente positivi. Noi diamo la fiducia e ci concentriamo soprattutto sull’articolo 13, quello che ha fatto discutere e un po’ dialetticamente impegnare molti colleghi nelle Commissioni congiunte in cui si è discusso questo provvedimento.
Quindi, signor Presidente, si è detto più volte che la lotta alla corruzione è un fatto di civiltà, libertà e democrazia. È una lotta alla violenza. Noi diciamo ancora che la corruzione è il veicolo della corruzione e certamente aggancia anche una azione e soprattutto la presenza di criminali organizzati. Vorrei fare questo riferimento molto chiaro: c’è un’azione corruttiva anche individuale, come ci sono certamente distribuite sul territorio delle organizzazioni rivolte certamente a dare delle risposte negative sul piano anche dei rapporti tra la pubblica amministrazione e il cittadino.
Allora, c’è un problema della pubblica amministrazione che deve essere valutato attentamente. Le norme anticorruzione non possono essere disgiunte anche da una rivisitazione della pubblica amministrazione per quanto riguarda le responsabilità.
Voglio dire un’altra cosa in questo particolare momento in merito al controllo. In molte amministrazioni comunali noi avvertiamo l’assenza dei controlli di legittimità. Questo problema ovviamente non è stato mai affrontato, non c’è stata mai nessuna risposta soddisfacente ed esaustiva.
Certamente, l’assenza dei controlli di legittimità è, a mio avviso, un fatto importante sia per quanto riguarda la legittimità sugli atti della regione sia per quanto riguarda la legittimità sugli atti delle province (fin quando rimangono), sia per quanto riguarda gli atti di legittimità delle amministrazioni comunali. Ma certamente si è detto e si è anche ripetuto continuamente che la lotta alla corruzione stabilisce un rapporto diverso – lo dicevo poc’anzi – di normalità e di dialettica democratica e civile tra pubblica amministrazione e cittadino.
C’è un altro aspetto che volevo richiamare all’attenzione del Governo e dei colleghi, signor Presidente. È possibile che quando noi parliamo di corruzione e di pubblica amministrazione ci riferiamo semplicemente agli organi centrali dello Stato? Non c’è nessun riferimento forte, nessuna volontà – questo è il mio richiamo – per quanto riguarda quello che avviene nelle regioni con riferimento ad alcune normative e ad alcuni regolamenti delle regioni che certamente prefigurano una situazione di non trasparenza (e la trasparenza è stata più volte il leitmotiv che ha accompagnato il legislatore nell’approntamento anche di queste norme) degli atti amministrativi e della loro conoscenza.
Credo, quindi, che il discorso debba essere affrontato globalmente per quanto riguarda il ruolo nella pubblica amministrazione, la capacità della pubblica amministrazione di essere efficiente; credo che occorra rompere i grigiori e le opacità, ma soprattutto colmare degli interstizi e dei vuoti nei quali certamente la corruzione si è inserita.
Ecco il perché di questo articolo 13: quando noi parliamo di concussione per costrizione, quando noi parliamo di induzione e quando noi parliamo ovviamente di traffico di influenze illecite.
Su questi provvedimenti si sono inseriti, come dicevo poc’anzi, una dialettica, un dibattito e un confronto molto accesi.
Queste fattispecie, però, queste nuove casistiche, che sembrano avere quanto meno capovolto e modificato il mondo, non sono altro che una previsione a largo spettro di quelli che possono essere, signor Presidente, degli angoli, degli interstizi, su cui si è ampliata e rafforzata sempre più l’azione di corruttela.
Non vi è dubbio, signor Presidente, che gli aspetti sono vari e importanti. Io seguo le letterature che molte volte si sono affacciate e hanno caratterizzato il dibattito politico e mi chiedo se è vero che, con queste norme, qualcuno viene ad essere salvato dai processi.
Nel momento in cui emaniamo delle norme anticorruzione, non credo che possiamo inseguire questi dati e questi aspetti. Bisogna guardare soprattutto alla congruità della norma stessa, della sezione, anche per quanto riguarda le sospensioni dei processi e le prescrizioni su cui si è discusso moltissimo anche per quanto attiene alle norme che abbiamo citato e che concernono l’articolo 13 del provvedimento in esame.
Vi è una intera problematica, come dico continuamente anche in altre sedi a livello parlamentare. Faccio riferimento alla normativa antimafia che è una delle normative più importanti e significative che abbiamo, nel rispetto anche agli altri Paesi. Se fossero bastate semplicemente le norme, certamente la criminalità organizzata non avrebbe dovuto avere più cittadinanza e storia all’interno del nostro Paese. Forse quello che è mancato è una grande mobilitazione.
Allora, se una norma non ha un suo retroterra culturale, di sensibilizzazione, una grande mobilitazione e, soprattutto, un controllo molto forte rischia di essere evanescente e di non avere alcuna efficacia e incidenza.
Qui vi è bisogno – e ritengo che l’articolo 13 vada in questa direzione – di un’assunzione di responsabilità da parte della pubblica amministrazione perché uno dei dati e degli aspetti più incresciosi è che molte volte non si individuano le responsabilità e non vi è una gerarchia dove la responsabilità sia definita in modo chiaro. Ritengo che questo sia l’aspetto più significativo su cui dobbiamo concentrare la nostra attenzione.
Il provvedimento in esame verrà approvato attraverso le tre questioni di fiducia poste. Avremo certamente raggiunto, come dicevo poc’anzi, un traguardo significativo e importante. Credo che al Governo vada riconosciuto, in questa fase, il merito di aver seguito una vicenda, una storia, una problematica, portata avanti dalla norma, superando una serie di difficoltà. Credo che abbiamo raggiunto l’obiettivo con una convergenza di ampi strati del Parlamento e dei gruppi parlamentari; forse qualcuno ha superato anche vecchie convinzioni, dottrine e convincimenti «filosofici» che riguardano l’impianto normativo. Ritengo che questo sia un fatto estremamente positivo.
Dobbiamo guardare al futuro rispetto a quello che possiamo fare e a quello che possono fare anche le strutture chiamate ad individuare le responsabilità. Sarebbe poca cosa se ci soffermassimo semplicemente su questo aspetto e non vedessimo quali sono i protagonisti e le forze messe in campo nel reprimere la corruzione e, soprattutto, nello scardinare alcuni processi che creano degrado sul piano morale, della civiltà e della democrazia.
È una battaglia per la libertà e contro la violenza perché corruzione significa violenza dell’uomo sull’uomo, della pubblica amministrazione nei confronti del cittadino. Se si mortifica il cittadino vengono meno i cardini fondamentali su cui si costruisce la nostra democrazia all’interno del nostro Paese.
Ecco, con questi concetti e sulla base di questi ragionamenti, con convincimento, noi annunciamo il voto favorevole del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo su questo articolo.
Dichiarazione di voto di fiducia dell’On. Tassone sul ddl corruzione.pdf