On. Tassone sulla mozione nei confronti del Ministro Elsa Fornero

Signor Presidente, le mozioni di sfiducia individuale nei confronti dei Ministri hanno avuto in quest’Aula una storia articolata, alcune volte di difficile comprensione. Ricordo alcune vicende che hanno caratterizzato i lavori dell’Aula quando sono state avanzate e poste in essere alcune mozioni di sfiducia nei confronti dei Ministri in carica. In alcuni casi erano rivolte certamente alla persona per fatti particolari, a volte anche personali, che coinvolgevano il comportamento di alcuni Ministri nell’ambito del Governo. Qui vi è, invece, una mozione di sfiducia che oserei definire atipica, tanto per riferimento alle cose dette dal collega Fedriga. Perché atipica? Perché nel parlare del Ministro del lavoro si fa riferimento alla politica complessiva del Governo all’interno del nostro Paese, alla politica che viene portata avanti.

Si può essere d’accordo come non si può essere d’accordo delle politiche, ma non per questo si presenta una mozione di sfiducia individuale nei confronti di un Ministro. Vi sono una valutazione e un giudizio complessivo nei confronti del Governo, e questo Governo ha avuto, volta per volta, delle fiducie, anche per quanto riguarda la politica del lavoro e la manovra economica. Infatti, l’altro giorno abbiamo votato ben quattro questioni di fiducia e, quindi, vi è un giudizio e una valutazione complessiva da parte dell’Aula, da parte del Parlamento. Quindi, se vi è una fiducia data al Governo, cosa significa questa mozione di sfiducia nei confronti di un Ministro, se non il tentativo di scorporare il comparto lavoro rispetto a quella che è la complessità della politica posta in essere dal Governo?

Noi vogliamo svolgere una riflessione molto forte, una riflessione che certamente non sfugge anche ad assumersi delle responsabilità: la riforma del lavoro è stato un elemento fondamentale della politica di questo Governo (Commenti del deputato Polledri)… Sì, onorevole Polledri, e grazie anche alla manovra economica il Governo ha avuto le carte in regola e avuto le credenziali per andare in Europa ad acquisire quell’affermazione e quel successo che noi abbiamo sempre indicato e sottolineato. Non vi è dubbio che qui stiamo facendo un processo e vogliamo un giudizio che vale su tutto il Governo. Quindi, qui si disconoscono anche i meriti e i risultati raggiunti dal Governo pur di puntare alcuni momenti e alcuni fatti che riguardano il Ministro del lavoro. Ma per quanto riguarda l’attività del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, quando si parla di marcato il lavoro, quando si parla di disoccupazione, quando si parla di lavoro nero, non voglio fare polemiche, ma questi problemi non è che siano sorti oggi, anzi, questo Governo sta tentando di rompere il circuito perverso del precariato con grande forza, questo precariato che è stato arricchito, enfatizzato e certamente portato verso situazioni e verso confini inesplicabili, ma soprattutto insopportabili, non certamente da questo Governo.

Il precariato è dannoso, corrode l’economia e lascia incerti anche quelli che sono i giudizi che riguardano i diritti dei cittadini e dei lavoratori e la tutela di questi ultimi. Poi, quando si fa riferimento alla problematica degli ammortizzatori sociali, c’è una situazione di disfunzione, ma soprattutto di vuoto degli ammortizzatori sociali all’interno del nostro Paese, ma questa vicenda è nata oggi? È nata con la professoressa Fornero o esiste da anni la vicenda degli ammortizzatori sociali, dell’insufficienza e dell’assenza di politiche nei confronti degli ammortizzatori sociali?

Ma che siamo nati oggi, stiamo camminando in questo momento o c’è anche un pregresso negativo di cui dobbiamo assumerci le responsabilità con molta chiarezza? Anzi, per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, c’è un tentativo di andare avanti. Non accetto quello che ha detto il collega precedentemente. C’è uno studio, un lavoro e c’è anche una scelta fatta dal Ministro Fornero per quanto riguarda le imprese in crisi e per quanto riguarda le imprese fallite, per cui è difficile fare il discorso dei 12 mesi, dei 36 mesi o dei 40 mesi.
Bisogna non prendere degli scampoli, ma avere una visione complessiva e comprendere quelle che sono oggi le politiche che bisogna portare avanti. Ma poi c’è il pezzo forte per quanto riguarda la vicenda degli esodati. Non c’è dubbio che tutta la mozione presentata dai colleghi della Lega punti sugli esodati. Ci sono stati un dibattito, un confronto, uno scontro e una polemica molto vivaci, ma ritengo che questo significa porre in essere un problema come lo abbiamo posto noi, come lo ha posto l’UdC.

Noi abbiamo molto a cuore la vicenda degli esodati. Attraverso lo strumento del sindacato ispettivo abbiamo richiamato fortemente l’attenzione del Governo su una problematica che certamente va risolta in fretta. C’è stato certamente il balletto dei numeri: 65 mila unità di esodati come prima lettura, poi c’è stata una diversa valutazione e poi ci sono stati una decisione da parte del Ministro ed un impegno da parte del Presidente del Consiglio dei ministri attraverso una Commissione per una indagine conoscitiva molto più appropriata per avere un quadro complessivo di quello che è il volume degli esodati all’interno della nostro Paese.
Certo che il problema degli esodati non riguarda una parte del Parlamento, non una parte del Paese; non riguarda alcuni, ma riguarda tutto il Parlamento, riguarda credo tutto il Paese nel momento in cui ci sono delle situazioni che devono essere portate avanti. Sento le battute che si fanno sullo spread. Ma le vicende dello spread non sono nate con il Governo Monti. Non sono un difensore d’ufficio, ma lo spread non è nato con il Governo Monti.

Questo Governo non è nato per una volontà impositiva divina, ma è nato sulle macerie di una difficoltà di un Governo di mettere su un giudizio, soprattutto una realtà economica credibile. Non è nato dal nulla. È nato perché esistevano i presupposti e le condizioni. È nato questo Governo e ritengo che i risultati, anche per quanto riguarda lo spread. Non ti capisco, per cui non ti posso rispondere. Ti chiedo scusa se non ho la capacità di rispondere e di poter quanto meno essere gentile nei tuoi confronti.

Non c’è dubbio che la vicenda dello spread non è nata soltanto in questo momento. Lo spread è certamente indicativo di una vicenda e di una storia dei mercati che ha creato e crea delle condizioni di malessere dell’economia. Se ci sono oggi dei risultati e ci sono dei processi che ci portano ad andare avanti, certo questa è una valutazione oggi ampiamente positiva di cui dobbiamo prendere atto.

Ecco perché non crediamo nelle motivazioni – che sono motivazioni di parte, politiche e del tutto particolari – della mozione che nasce certamente per dare senso e significato ad una opposizione democratica che, per avere dignità, deve portare elementi diversi e un contributo diverso.

Ma un’opposizione democratica sa che un Governo che ha avuto la fiducia e ha il conforto della maggioranza e della stragrande maggioranza dell’Assemblea non può essere sfiduciato surrettiziamente con una posizione e soprattutto con un atteggiamento nei confronti di un proprio Ministro. Questo lo dico con molta cortesia e con molta correttezza, come fair play parlamentare, ai colleghi della Lega.

Ecco perché noi dell’Unione di Centro siamo per respingere questa mozione, riuscendo a capire e a comprendere che esistono certamente i problemi del lavoro. Voi non potete immaginare quanto io viva i problemi del lavoro nella mia regione, in Calabria, la grande disoccupazione, il lavoro nero, la criminalità organizzata che è anche nelle imprese surrettizie, nascoste. Certo, sono problemi che esistono e che preesistevano e, se c’è la volontà, dobbiamo certamente accompagnare lo sforzo di questo Governo anche della dialettica, anche nella opposizione, anche nel confronto, anche nella critica, ma in termini di grande serietà e di grande coerenza.

Per questi motivi, signor Presidente, noi, come dicevo poc’anzi, respingiamo questa mozione di sfiducia. Poi il nostro gruppo ha affidato all’onorevole Pezzotta la dichiarazione di voto che renderà domani mattina.

 

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