Ricerca: Binetti, legge delegazione europea introduca norme per competitività ricerca biomedica italiana

(AGENPARL) – Roma, 31 lug – “Analizzando il rapporto tra scienza, progresso ed etica ci si trova di fronte a domande su cui non c’è sempre accordo. Questo succede ad esempio con l’articolo 13 della legge in questione dove, una volta fatte salve le garanzie di tutela degli animali impegnati nella sperimentazione, appare chiaro che non si può prescindere da loro per raggiungere nuove frontiere scientifiche e offrire così un deciso e determinato apporto positivo alla tutela della salute umana” interviene così l’on. Binetti nella discussione sulla Legge di Delegazione Europea. Continua il deputato Udc: “L’esigenza di arrivare ad un’idea condivisa sul rapporto tra scienza ed etica che sia capace di non limitare la ricerca di frontiera, ma, al tempo stesso, rispettosa delle libertà e dei diritti di tutti, è una questione prioritaria. Un sistema di regole, per quanto preciso e condiviso, però non sostituirà mai l’etica scientifica come cifra personale dello scienziato. Il rispetto per gli animali come creature sensibili che provano dolore e soffrono disagio è un punto di partenza essenziale per un loro utilizzo intelligente e rispettoso. Questo rispetto deve spingersi più avanti e comprendere che la vita umana ha una dignità maggiore che non giustifica superficiali tà o crudeltà, ma che conserva un orizzonte di riflessione più ampio e profondo”. Conclude l’esponente centrista: “Tutti noi incontriamo ormai da giorni in piazza Montecitorio pazienti che chiedono e implorano di poter essere ammessi al trattamento con le cellule embrionali mesenchimali secondo il metodo Stamina. Hanno promesso di lasciarsi morire se non otterranno ciò che chiedono, ma, in realtà, ciò che chiedono è un’efficace attività di ricerca che si occupi delle malattie rare, che si occupi di loro che ne sono affetti. Chiedono cure, chiedono una sperimentazi one efficace. Sono disposti a fare da cavia, loro, purché si comprendano meglio le cause della loro malattia e si possano individuare trattamenti più adeguati degli attuali che, al momento, sono però del tutto inadeguati. Non vogliamo che siano loro a fare da cavia, non vogliamo compromettere ulteriormente la loro vita. Chiediamo che, con il massimo rispetto possibile, si ricorra ad animali, le cui condizioni e circostanze permettano la migliore soluzione possibile”.

 










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