(ASCA) – Roma, 3 set – ”Considero profondamente sbagliata un’iniziativa militare nello scenario siriano. E non di certo per stima nei confronti di Assad: il regime di Damasco si e’ macchiato delle peggiori atrocita’. Dobbiamo, pero’, considerare con attenzione la situazione”. Lo afferma in un’intervista ad ‘Avvenire’ il presidente della commissione Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini, che considera la decisione di Barack Obama di prendere tempo e chiedere la pronuncia del Congresso ”una prova di democrazia, sagacia, lungimiranza”. Con l’atto di forza, spiega il leader Udc, si rischia di ”passare dalla padella alla brace” perche’ ”ad opporsi alla dittatura non e’ un movimento liberale e democratico ma una compagine eterogenea in cui sono infiltrati stabilmente elementi jihadisti”. Casini non si fida ”assolutamente” dell’opposizione siriana: ”Se la comunita’ occidentale fosse intervenuta con una strategia definita mesi fa, quando ancora il movimento anti Assad dava garanzie si sarebbe potuto avviare un processo di transizione democratica. Ora, pero’, quelle condizioni non ci sono piu”’. Casini sottolinea che ”Al Qaeda ha approfittato del caos per penetrare in Siria e acquisire un ruolo importante nella lotta al regime. A questo, si aggiungono gli effetti deflagranti che un intervento armato in Siria potrebbe produrre sui Paesi confinanti. In primo luogo, in Libano data la presenza di Hebollah. E i militari italiani impegnati nella missione Unifil sarebbero i primi a subirne le conseguenze nefaste”. Per Casini ”e’ fondamentale associare la Russia in un negoziato che costringa Assad a dare il via a Ginevra 2, il cui inizio e’ stato congelato. Il momento e’ favorevole per riprendere il progetto. Alla luce della posizione dura di Washington, Mosca sembra piu’ propensa a collaborare”.