«Non vedo alcun ostacolo: la questione di legittimità costituzionale si può sollevare», dice l’ex ministro Francesco D’Onofrio, ora membro della commissione per le Riforme voluta dal premier Enrico Letta.
Ha ragione il Pdl, dunque? La legge Severino è incostituzionale?
«Questo lo deciderà la Consulta, se sarà investita del caso. Ma si è creato un groviglio tra ciò che prevede la Costituzione, ciò che dice la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e ciò che stabilisce la legge Severino: un groviglio tale da giustificare un esame di questo testo da parte dei giudici costituzionali. Del resto è la prima volta che la legge si applicata a un parlamentare, come è Silvio Berlusconi. Fare chiarezza non può che essere d’aiuto».
I giuristi sono divisi: chi si deve rivolgere alla Consulta, visto che i ricorsi vengono presentati dai giudici? Può farlo il Parlamento?
«Sono consapevole del fatto che non è mai accaduto ma concordo con Valerio Onida, l’ex presidente della Consulta. Il ricorso può essere presentato o dalla Giunta per le immunità o dal Senato stesso».
Il fatto che né la Giunta né l’assemblea dei senatori siano giudici in senso proprio non costituisce ostacolo?
«L’articolo 66 della Costituzione dice che "ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e incompatibilità”. I costituenti hanno scritto “giudica”, termine che lascia intendere che anche il Parlamento esercita una attività di tipo giurisdizionale. Senza contare che negli ultimi tempi si è assistito a un ampliamento dei soggetti che possono sollevare questione di legittimità. Inoltre se si ritenesse che il Parlamento non può sollevare la questione, si avrebbe la conseguenza paradossale che solo per le vicende che riguardano i parlamentari è vietato rivolgersi alla Suprema Corte. Un privilegio al contrario».
In conclusione, quali strade ha di fronte la Giunta?
«Potrebbe rivolgersi alla Consulta d’ufficio o su richiesta di una parte per sbrogliare la matassa della decadenza. Sulla ineleggibilità, su questo aspetto – non si pone neppure il problema della retroattività o meno della legge Severino».
Per Berlusconi strada sbarrata per le prossime elezioni ma seggio mantenuto nell’attuale legislatura, a meno che non intervenga l’interdizione dai pubblici uffici. È così ?
«Se riteniamo che la decadenza sia una sanzione penale la legge non può essere retroattiva perché sarebbe incostituzionale. Ma la decadenza che cosa è: sanzione penale o amministrativa? La Convenzione europea dei diritti dell’uomo, inoltre, vieta che siano retroattive anche le sanzioni di tipo amministrativo. Ce n’è abbastanza per chiedere chiarimenti alla Corte costituzionale».
Rinviare la decisione in Giunta è ormai una questione soprattutto politica.
«È ovvio che sciogliere i nodi significa avere la consapevolezza che ci saranno delle conseguenze politiche, a seconda di come i nodi verranno sciolti. Mi auguro che maturi una cultura dell’ascolto». Le divisioni Sciogliere i nodi ha inevitabili conseguenze politiche Mi auguro maturi una cultura dell’ascolto».
Intervista di Maria Paola Milanesio a Francesco D’Onofrio, tratto da Il Mattino del 23 agosto 2013