(AGI) – Roma, 19 ott. – “La politica non e’ l’universita’ dove il professore insegna e gli altri al massimo fanno domande; la politica significa ragionare con tutti e arrivare a una sintesi”. Intervistato da Repubblica, Pier Ferdinando Casini spiega lo strappo con Mario Monti, rivendica di aver “sostenuto con convinzione il suo governo e trovo triste che oggi nessuno riconosca piu’ a Monti i suoi meriti” ma non nasconde certo che “questa esperienza politica non ha funzionato. Fin dalla campagna elettorale si e’ colto un disagio nell’abbinare tanto dilettantismo al nostro professionismo politico. Consiglio – sottolinea – di vedere i resoconti parlamentari per capire quale di queste due categorie funzioni meglio”. E allora, “io e altri undici senatori abbiamo chiesto una verifica politica perche’ da giorni si moltiplicavano le critiche di Scelta Civica al governo quando il nostro ruolo principale deve essere quello di stabilizzarlo e aiutarlo. Prendo atto che, di fronte a questa richiesta, Monti ha preferito dimettersi per l’impossibilita’ di conciliare le posizioni all’interno del suo partito”. E sia chiaro, avverte il leader Udc, che “chi dice che andiamo da Berlusconi e’ ridicolo. Io Silvio l’ho contestato quando aveva il vento in poppa, non debbo piu’ dimostrare nulla a nessuno. Questa idea non e’ all’ordine del giorno”. “Sono convinto – riprende Casini – che se facciamo finta di non vedere che il bipolarismo sbracato e primitivo e’ stato messo in discussione da Grillo non cogliamo l’essenza della sfida che abbiamo di fronte. In tutta Europa i populisti stanno crescendo, ma se in Germania si fermano al 5%, in Italia con Grillo sono arrivati al 25%. Per sconfiggere il populismo serve una democrazia dell’alternanza basata su chi si riconosce nel Partito socialista europeo e chi si riconosce nel Partito popolare europeo”. Interlocutore per il Ppe italiano potrebbe essere “un centrodestra che metta al bando il populismo, che non abbia atteggiamenti strumentali e demagogici. Negli Stati Uniti i Tea Party hanno distrutto i repubblicani; e’ esattamente quello che stanno facendo tanti falchi nel Pdl. Io non so se il Ppe italiano nascera’, ma gia’ il fatto che nel centrodestra sia in corso un dibattito e’ positivo”. “Gli interlocutori – dice ancora – sono tanti, non solo in casa del Pdl. Esistono personalita’ come Mauro, Olivero, Dellai, Riccardi, espressione del popolarismo migliore con anime e sensibilita’ diverse. Cio’ che va messo al bando e’ il bipolarismo primitivo fondato sulla delegittimazione reciproca”.