(DIRE) Roma, 7 mar. – “Continua la tre giorni intensiva degli eventi legati alla Festa della donna. Oggi e’ toccato al rapporto tra donna e mondi dei farmaci, sia come professionista impegnata nella assistenza, nella ricerca e nel management del mondo sanitario, industrie farmaceutiche incluse, sia come potenziale
paziente”. Lo dice Paola Binetti, deputato di Area popolare (Ncd- Udc). “L’intervento a tutto campo del Ministro Lorenzin al Teatro di Adriano ha avuto, indubbiamente, un forte impatto emotivo, soprattutto per quella prima uscita pubblica di Lavinia, la gemella al suo esordio nello scenario politico. Il suo discorso andava ben oltre la pur legittima volonta’ di far risuonare corde emotive e ha coraggiosamente affrontato una serie di passaggi organizzativo-gestionali da cui si evince la carenza di pari opportunita’ nel difficile dialogo-uomo-donna sul piano professionale. Un’ intesa auspicabile e possibile, ma non per
questo meno difficile, nel contesto ad alta competitivita’ come si presenta oggi il panorama della ricerca, del management e della stessa attivita’ clinico-assistenziale”, aggiunge Binetti. “Non c’e’ dubbio- spiega la parlamentare di centro- che le donne oggi possano e sappiano essere presenti in tutti gli ambiti
della vita sociale e professionale con i loro talenti specifici, la loro determinazione e, soprattutto, quella loro voglia positiva di fare del proprio lavoro, qualunque esso sia, un servizio efficace agli altri. E’ altrettanto vero che proprio per le loro capacita’ soffrono spesso per una discriminazione molto
sottile, che non valorizza adeguatamente le loro competenze, quando si misurano con il coraggio delle riforme di un sistema finora declinato al maschile”.
Binetti conclude: “La tavola rotonda a cui hanno partecipato le tre grandi leader dei tre maggiori sindacati ha ampiamente confermato come si tratti di un terreno ancora caratterizzato da luci e ombre. E il paradosso e’ che in Italia- spiega la parlamentare- le donne entrano piu’ tardi nel mondo del lavoro,
faticano a fare carriera, hanno meno figli, e quando i figli ci sono escono piu’ velocemente dal circuito professionale. Un mondo tutto da rifare. Ma questa rivoluzione pacifica si potra’ fare solo se come ha osservato anche la Lorenzin, le donne potranno prendere le cose in mano cominciando questa volta proprio dalle
leve di comando”.