E’ molto probabile che l’analisi sulla inquietudine leghista si soffermi prevalentemente o persino esclusivamente sulle conseguenze che essa può avere sulla stabilità della legislatura e quindi sulle sorti stesse dell’ultimo governo Berlusconi. Occorre, invece, cercare di cogliere ancora una volta l’intreccio tra questioni strettamente territoriali (lombarde in particolare); questioni più evidentemente economiche (il famigerato nord-est Veneto in particolare) e questioni più genericamente attinenti alla sicurezza (piemontesi a loro volta in particolare), per cercare di comprendere le ragioni complessive di questa inquietudine che vengono in qualche misura prima della sorte del governo in carica, e vanno quindi molto oltre la sorte medesima del governo per incidere complessivamente sugli equilibri culturali e politici dell’Italia tutta. Sono ormai numerosi gli studi sul fenomeno leghista, perché si tratta con tutta evidenza di un fenomeno particolarmente rilevante nel Nord dell’Italia e di conseguenza significativo per la politica dell’Italia tutta.
Occorre infatti aver presente che l’attuale Lega Nord costituisce una sorta di fusione di diversi e distinti movimenti leghisti territoriali l’uno – quello lombardo – più fortemente sensibile al tema del federalismo antipiemontese e antisabaudo; l’altro – quello Veneto in particolare – più sensibile ai temi della piccola impresa nel mondo della globalizzazione; l’altro infine – quello piemontese in particolare – più sensibile alle questioni della sicurezza coniugate prevalentemente in termini rigidi e persino egoistici. Queste diverse connotazioni territoriali originarie dell’attuale Lega Nord (per non parlare delle ulteriori e specifiche caratteristiche leghiste in altre regioni d’Italia prevalentemente nel Nord, ma con qualche incursione anche al Centro) inducono pertanto a considerare l’attuale inquietudine leghista come un fenomeno molto più complesso di quanto non si sia soliti rilevare in riferimento all’attuale governo in carica. Occorre infatti aver presente che tutte queste dimensioni territoriali finiscono anche con l’intercettare in modi significativamente diversi gli stessi orientamenti religiosi degli italiani: la Lega Nord appare per un verso promotrice di una sorta di Chiesa padana autonoma da Roma (è in questo contesto che va visto anche il difficile rapporto della Lega con il cardinale Tettamanzi), e per altro verso essa accentua la propria specificità cattolica pur in presenza di evidenti mitologie quale è ad esempio l’acqua del “dio” Po.
Questa analisi induce pertanto a ritenere che la Lega Nord vive contestualmente una propria naturale tensione costituente sia nel senso della trasformazione federalistica dello Stato italiano, sia del rapporto tra capacita produttiva e globalizzazione, sia delle risposte all’evidente bisogno di sicurezza soprattutto dei più anziani e di quanti svolgono attività economiche a contatto con il pubblico: questa tensione ha fatto e fa della Lega Nord un soggetto per sua natura non collocabile a destra o a sinistra secondo le tradizionali categorie culturali e politiche italiane, ma neanche al centro se per centro si intende appunto una sorta di equidistanza geometrica da destra e da sinistra.
Questa naturale tensione costituente della Lega la colloca infatti quale soggetto interessato ad un insieme di riforme costituzionali che per loro natura richiedono un largo consenso parlamentare soprattutto se in termini strettamente elettorali questo consenso largo è chiaramente evidente in alcune regioni del Nord, mentre in tutto il Centro-Sud sembra prevalere una sorta di preferenza per un sistema politico ed istituzionale basato ad un tempo sia sull’unità nazionale intesa in senso territoriale coincidente con l’unita che stiamo celebrando, sia su un modello di sviluppo economico più centrato sul Mediterraneo che sull’Europa centrale, sia, infine, su un tipo di politica della sicurezza che fa perno quasi esclusivamente su strutture istituzionali dello Stato (forze dell’ordine e magistratura in particolare) che non su azioni di cittadini singoli o associati, perché questi fanno più frequentemente temere un ritorno a forme che si ritenevano definitivamente superate di “bellum omnium contra omnes”.
Se pertanto si considerano i comportamenti complessivi della Lega nella successione temporale e territoriale dei medesimi, si coglie l’inquietudine leghista di oggi in molti e più numerosi aspetti di quel che normalmente si ritiene. Dal punto di vista temporale è sempre più fondamentale considerare che il fenomeno delle Leghe, prima ancora che queste divenissero Lega Nord, ha avuto inizio prima del cosiddetto “biennio giudiziario” di Mani Pulite, e quindi che non si possa affermare proprio in riferimento alla Lega Nord che si tratti di un fenomeno culturale e politico di risposta a Mani Pulite. La frequente riaffermazione duramente antidemocristiana della Lega Nord sembra infatti molto più facilmente conciliabile con le radici culturali della destra missina che non con la proposta politica di Forza Italia che – come tutti sappiamo tende a rappresentare in qualche modo proprio la Dc di oggi, in particolare con il richiamo al Partito Popolare Europeo.
Dal punto di vista territoriale occorre invece cercare di cogliere le diverse declinazioni dello stesso federalismo per come esso è vissuto in Lombardia, in Veneto, in Piemonte o in altre regioni.
Dal punto di vista economico occorre infine cercare di aver presente che la sintonia della Lega Nord con Berlusconi è consistita soprattutto nella comune volontà di affrontare il tema della riduzione delle tasse, considerate queste essenziali per la stessa capacita della piccola imprenditoria settentrionale a convivere dapprima con l’euro ed ora anche con una globalizzazione tendenzialmente mondiale. Una inquietudine dunque molto complessa e molto articolata non riducibile pertanto né ad al cosiddetto asse Tremonti-Bossi, né ad una collocazione politica permanente della Lega nell’attuale centro-destra autosufficiente del quale pure il Pdl parla costantemente.
Di Francesco D’Onofrio, tratto da Liberal dell’ 8 gennaio 2011.