(ASCA) – Roma, 11 gen – ‘Il rapporto con Calderoli e’ sempre stato ottimo, ma non sono un chiromante e non voglio fare previsioni. Tocca al governo scegliere e al centrodestra mi limito a dire: se volete continuare a inseguire i singoli parlamentari fate pure, ma e’ una politica di piccolissimo cabotaggio. Allo stesso modo non perdete tempo a offrirci posti di governo e ministeri, perche’ non ci interessano. Se invece avete intenzione di mettere in cantiere delle riforme serie sappiate che non avrete bisogno di acquistare un paio di parlamentari, perche’ dalla vostra parte ne troverete molti di piu’…’.
E’ quanto afferma Gian Luca Galletti, vicepresidente dei deputati dell’Udc, in una intervista a ‘ilsussidiario.net’.
In riferimento al federalismo che si pone lo scoglio maggiore per un’intesa o un’alleanza dell’Udc con la maggioranza, ‘la realta’ e’ -dice Galletti- che, al di la’ di quello che dice la Lega, siamo noi i veri federalisti, la nostra provenienza ce lo impone. Non solo, un federalismo costruito in questo modo rischia di ridursi a un grande spot che puo’ addirittura bruciare le spinte federaliste attualmente presenti nel Paese’.
Se queste sono le premesse, come vi porrete nei confronti dei decreti attuativi sul fisco comunale? ‘Finora -spiega Galletti- abbiamo votato contro tutti i decreti attuativi: dal federalismo demaniale a Roma capitale, fino ai fabbisogni standard. Se in questo caso particolare, che riguarda la fiscalita’ dei comuni, ci fosse lo spazio per inserire alcuni punti chiave del nostro programma elettorale del 2008, come ad esempio il quoziente famigliare, siamo pronti a discutere’.
E quale sarebbe la vostra proposta? ‘Partiamo da un dato: le famiglie italiane -dice Galletti- hanno salvato il Paese nel 2009 e con i loro risparmi hanno tenuto unito il tessuto sociale del Paese. Proprio per questo non e’ giusto che non arrivi mai il loro momento. Stiamo parlando, per essere chiari, di 25 miliardi di euro di imposte che passeranno dalle tasche delle famiglie a quelle dei comuni. A questo punto deve passare un semplice principio: chi ha piu’ persone a carico (figli o anziani) deve pagare meno tasse.
Per questo proponiamo che su alcune imposte, come ad esempio la Tarsu, si applichi la scala di equivalenza prevista dall’Isee, cosi’ come rivista dai comuni di Parma e Roma. In questo modo ci sara’ chi paghera’ di piu’ e chi paghera’ di meno, ma non sara’ un costo per la collettivita’. C’e’ poi un altro punto’.
Quale? La cedolare secca sugli affitti ci trova d’accordo, risponde a un criterio di giustizia e potrebbe aiutare anche la lotta all’evasione. Non deve pero’ essere a carico dei comuni. Se un milione e mezzo di euro di mancati introiti vengono infatti scaricati su di loro e’ ovvio che i primi a saltare saranno proprio i servizi alle famiglie (asili nido, scuole materne, assistenza domiciliare agli anziani, ecc.)’.