(ANSA) – ROMA, 23 GEN – ‘L’Anvur da’ i voti alle Universita’, ma chi da’ i voti all’Anvur?’. E’ quanto si chiede Paola Binetti (Udc) ricordando che la riforma universitaria, ‘fortemente voluta dal ministro Gelmini, nonostante tutte le contestazioni, sempre molto vivaci, messe in piazza dagli studenti e dai ricercatori, tra i primi segni concreti di vita ha prodotto la nomina dei sette saggi componenti dell’Anvur, che dovrebbero valutare l’intero sistema universitario’.
In particolare Binetti pone l’attenzione sulla nomina di Giuseppe Novelli, noto genetista e preside della facoltà di Medicina a Tor Vergata dal 2008, ma autore di ricerche su feti, embrioni e staminali.
L’esponente centrista ha ricordato che ‘critiche e contestazioni meritano un’attenzione concreta, se si tiene conto che l’Anvur mettera’ sotto esame sia la qualità dell’attività scientifica degli atenei che il loro modo di utilizzare le risorse. Il giudizio emesso dalla Agenzia nazionale per la valutazione pesera’ fortemente sulla distribuzione dei fondi pubblici destinati alle università e agli enti ritenuti migliori’. Secondo Binetti, quindi, non stupisce che ‘sui potenziali valutatori, appena nominati dal ministro, si siano già accesi i riflettori della critica volti a tutelare positivamente il lavoro di tutti i ricercatori’. Da segnalare che il ministero dell’Istruzione ha smentito le ricostruzioni di una ipotetica telefonata tra Gelmini e Tremonti su questo tema: ‘tra i due ministri – spiega Viale Trastevere – non vi e’ mai stata alcuna divergenza neppure nella seduta del Consiglio dei ministri’.
Per la Binetti, la ‘perplessita’ riguarda Giuseppe Novelli, noto genetista e preside della facoltà di Medicina a Tor Vergata dal 2008. Curriculum di eccellenza, in una recente classifica dei top italian scientists in cui sono presi in considerazione 1400 ricercatori italiani, stilata dalla Via-academy, figura al 462 posto, con un indice di Hirsch di 44 punti. Competenza didattica e scientifica al di sopra di ogni sospetto sotto il profilo personale, se non fosse che in una sua intervista presente su internet, lui stesso ammette di aver lasciato l’università cattolica in cui aveva vinto la cattedra di associato perch‚ le sue ricerche su feti, embrioni e cellule staminali si ponevano sulla linea di frontiera che separa due diversi modi di vedere la scienza e il suo rapporto con l’etica scientifica. In occasione del referendum sulla legge 40 la sua posizione fu nettamente a favore della ricerca sulle staminali embrionali e sulla diagnosi pre-impianto’.
‘La domanda che è possibile porsi in questa fase iniziale dell’insediamento dell’Anvur – prosegue Binetti – riguarda proprio aspetti cosí sottili sotto il profilo dell’etica della ricerca e cosí pesanti sotto il profilo della ricaduta economica ed è lecito chiedersi in che misura influiranno su giudizi e su destinazione di fondi gli orientamenti personali del valutatore.
La cosa poi risulta ancor piú sorprendente a fronte di un Governo che su questi temi ha sempre assunto posizioni chiaramente a favore della ricerca sulle staminali adulte in un clima di grande attenzione verso la legge 40, che resta pur sempre l’unica legge dello Stato confermata da un ampio plebiscito popolare’, conclude Binetti. (ANSA).