Conti pubblici: Pezzotta, da Berlusconi colpo della disperazione

Roma, 31 gen. (Adnkronos) – “Berlusconi fa politica da 16 anni e negli ultimi dieci e’ stato al governo per quasi otto anni. Ogni volta che si e’ trovato in difficolta’ ha cercato di tirare fuori il coniglio dal cilindro. Ma stavolta e’ andato fuori tempo massimo”. Lo ha detto Savino Pezzotta, ex segretario della Cisl e oggi deputato dell’Udc, commentando all’Adnkronos la proposta per il rilancio dello sviluppo abbozzata oggi da Silvio Berlusconi in un intervento pubblicato dal “Corriere della Sera”. “Intanto dico subito che la modifica dell’articolo 41 della Costituzione non mi ha mai convinto.

Poi a Berlusconi vorrei chiedere: come mai si sveglia solo ora? Perche’ quando poteva fare, non ha fatto?”. “Ora che e’ in difficolta’ -ha continuato Pezzotta- si sveglia.

Da mesi lo invitiamo a prendere l’iniziativa per fare un governo di unita’ nazionale. Non si e’ degnato nemmeno di risponderci. No, mi spiace, ma io di Berlusconi non mi fido. Dalle mie parti si dice: ‘quando il mondo non mi vuole piu’ mi rivolgo al buon Gesu’. Il presidente del Consiglio vuole continuare a fare il grande prestigiatore e la cosa gli riesce sempre piu’ difficile. Nei giorni scorsi ho detto che la proposta di Pellegrino Capaldo era interessante e andava approfondita perche’, a mio avviso, andava nella direzione di redistribuire i sacrifici, chiedendo di piu’ a chi ha di piu'”.

“Si chiedono sacrifici agli operai della Fiat, agli insegnanti, agli artigiani, alle famiglie ma quando si chiedera’ ai ricchi di fare qualche sacrificio in piu’? Quando si colpiranno le rendite o i grandi guadagni della finanza? Quando si fara’ una tassa di scopo per combattere la poverta’? Su questo ci saremmo aspettati qualche risposta da Berlusconi e non, invece, l’ennesimo colpo di scena, con l’idea di un raccordo tra lui e il Pd, come se gli altri partiti non esistessero. Berlusconi fa finta di non capire che questo bipolarismo e’ morto e che anche lui personalmente non se la passa tanto bene.

Ripetiamo cio’ che abbiamo sempre detto: se ha delle proposte -ha concluso- le porti in Parlamento e non sulle pagine dei giornali. Se sono interessanti, siamo pronti a discuterle”.

 

 

 

 

 










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