Veneto: Udc, in bilancio regionale trovare risorse per famiglie e imprese

Venezia, 1 feb. – (Adnkronos) – Non azzerare gli investimenti in opere pubbliche, fare riforme strutturali coraggiose e azioni di dimagrimento dell’apparato pubblico per trovare risorse economiche da destinare alle famiglie e alle imprese. Sono questi, in sintesi, gli inviti fatti dal consigliere dell’Udc del Veneto, Stefano Valdegamberi, nel suo intervento durante la discussione del bilancio regionale. ‘Credo – ha esordito Valdegamberi – che di fronte ad un bilancio che presenta in buona parte tagli a tutti i capitoli, sia necessaria una riflessione seria sull’organizzazione del nostro sistema pubblico, dove andremo a pagare indennita’ e stipendi ad amministratori e personale che non eroghera’ piu’ servizi ai cittadini’.

‘Sono necessarie – ha sottolineato – scelte di carattere strutturale ed organizzativo di tutti gli enti, a cominciare da quegli enti ed aziende partecipate dalla Regione, per passare alle Province e ai Comuni al disotto dei 5 mila abitanti. Cogliamo l’occasione della crisi per rilanciare l’assetto amministrativo, diminuendo burocrazia e risparmiando risorse da destinare alle famiglie e alle imprese’.

Valdegamberi, ricordando poi che le spese per investimenti pubblici sono passate da 600 mln di euro a zero euro nel bilancio 2011, ha proposto l’istituzione di un fondo di rotazione a 25 anni. ‘L’azzeramento degli investimenti pubblici – ha ribadito – avra’ conseguenze devastanti in un settore che gia’ soffre per la mancanza di risorse private e che e’ trainante per l’economia veneta’. L’esponente dell’Udc ha poi ribadito che i tagli previsti dal bilancio regionale per quanto riguarda in particolare i trasporti e il sociale, andranno a colpire i ceti piu’ deboli, studenti, lavoratori, famiglie con famigliari diversamente abili e bisognosi di assistenza.

Concludendo Valdegamberi, riferendosi alla sanita’, ha dichiarato che ‘la crisi viene da un territorio dove i direttori rispondono ad una precisa forza politica e mi riferisco in particolare all’Ulss 22, quindi – ha ribadito – non cerchiamo di scaricare su altri responsabilita’, perche’ la situazione di deficit sanitario veneto ha un nome ed un cognome’.










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