Testamento biologico: Binetti, alla Camera avra’ ampio consenso

(9Colonne) Roma, 2 feb – Il ddl sul testamento biologico arriverà nell’aula di Montecitorio il prossimo 21 febbraio. L’esame del provvedimento, approvato dal Senato nel marzo del 2009, è iniziato oggi nelle Commissioni giustizia e affari costituzionali della Camera che dovranno esprimere gli ultimi due pareri sul testo, dopo l’ok arrivato dalla Commissione bilancio. Pareri che dovrebbero arrivare in settimana. Non dovrebbero esserci, infatti, grandi sorprese perché in entrambe le commissioni la maggioranza dovrebbe essere assicurata. Secondo la deputata dell’Udc Paola Binetti, membro della Commissione affari sociali, “i tempi dovrebbero essere molto stretti, avviandosi il 21 febbraio il dibattito generale in aula, già mercoledì 23 il testo potrebbe essere approvato definitivamente”.

La legge, come spiega la Binetti, nel passaggio dal Senato alla Camera ha subito diverse modifiche. Tre, per lei, i passaggi più significativi, passaggi che “non riscuotono ancora un consenso generalizzato né nell’ambito dei fautori della legge, né tra coloro che non vogliono questa legge o sono fortemente critici”. Da sottolineare il passaggio “che fa riferimento al tema della nutrizione e idratazione medicalmente assistita” perché alla Camera “ci è stato chiesto in che momento cessa il carattere della loro necessità? In risposta, abbiamo trovato un escamotage: vanno sempre assicurate fino al momento in cui l’organismo del paziente è in grado di assimilarle, nel momento in cui cessano di essere un supporto alla qualità di vita del paziente per diventare una sorta di accanimento terapeutico, vanno sospese”.

Mentre il ddl Calabrò licenziato a Palazzo Madama stabiliva semplicemente che vanno assicurate sempre. “Sembrava quasi – prosegue la deputata centrista – che questa legge fosse ostile nei confronti del paziente e che lo volesse obbligare a vivere suo malgrado, in realtà si vogliono rispettare i tempi naturali di vita del paziente, garantendogli ciò di cui ha bisogno, finché ciò ha ragione di essere”. Il secondo punto importante che segna un cambiamento rispetto al testo Calabrò “riguarda il carattere della ‘vincolatività’ delle dichiarazioni anticipate del paziente per il medico. Noi abbiamo introdotto un meccanismo per cui il medico non possa mai essere ridotto ad un mero esecutore della volontà del paziente. Ma deve essere messo in condizione di valutare e di decidere in coscienza ciò che ritiene che meglio, la dichiarazione anticipata non deve essere vincolativa.

In caso di controversie tra medico e fiduciario, interverrà un collegio di medici il cui parare sarà vincolante”. Infine, per la parlamentare, una istanza migliorativa del ddl riguarda il minore perché “il testo così come era uscito dal Senato – sottolinea – sembrava ignorare il ruolo della famiglia, lasciando che tutto si giocasse solo sempre tra medico e paziente, noi abbiamo reintrodotto alla Camera il ruolo della famiglia come interlocutore importante nel momento di applicare questa legge”. Il ddl è diventato un banco di prova del non semplice dialogo tra il governo e l’Udc? Sul tema, la Binetti allarga il campo dei possibili interlocutori, oltre al Popolo della Libertà, anche “a una componente importante di Fli e a una componente del mondo dei cattolici del Pd, penso ad una parte di coloro che sono confluiti nella corrente dei ‘Modem’, penso a Beppe Fioroni, che ha già annunciato che sulla legge voterà in dissenso col gruppo”.

“Credo – sottolinea la Binetti – che l’Udc sarà molto compatta e si troverà a votare insieme a Pdl” ma la deputata non esclude che una parte di Fli possa votare a favore del testo. Binetti non nega che all’interno del partito guidato da Gianfranco Fini ci siano “delle voci laiche forti, come quella espressa da Benedetto Della Vedova o quella di Chiara Moroni e forse di Giulia Bongiorno e altre” ma “c’è anche una grossa componente di persone che fa riferimento al mondo dei valori cattolici e che sta iniziando a esprimere disagio verso certe posizioni. Certo escludo che Della Vedova o Moroni possano votare a favore di questa legge, ma sarà interessante capire come loro guideranno il dibattito in aula, che indicazioni di voto daranno”. La parlamentare Pd Barbara Pollastrini ha accusato il testo di essere “irrazionale ed autoritario”: “Irrazionale proprio no – replica la Binetti – il testo ha infatti una sua razionalità, che ovviamente può non essere condivisa. Ha una ratio dettata da due criteri: il valore della vita e la consapevolezza che la libertà di cui godiamo si colloca in un contesto e quindi prevede dei limiti naturali. Non ha un carattere autoritario, chiaramente ‘l’autoritario’ percepito dal mondo della sinistra nasce dal fatto che il valore guida del ddl non è condiviso da loro”.










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