Roma, 03 FEB (Il Velino) – “Perche’ Berlusconi si rifiuta di aprire quella porta? Cosa c’e’ dentro quell’ufficio di tanto compromettente?”. E’ questa la prima domanda che Luigi Mantini, Udc, membro della giunta per le autorizzazioni e relatore di minoranza sul parere dell’organismo, porra’ oggi in aula nel corso del dibattito che precedera’ il voto sulla richiesta di perquisizione degli uffici del tesoriere di Silvio Belusconi, nell’ambito dell’inchiesta sul caso Ruby. “Noi sosteniamo – spiega al VELINO l’esponente del Nuovo polo – che quell’ufficio non e’ una sede parlamentare: perche’ nelle sedi parlamentari normalmente non si fanno pagamenti alle ragazze”. Cinque i “motivi di condanna politica” da parte dell’Udc nei confronti del comportamento del presidente del Consiglio nella vicenda Ruby, da cui emerge, dice Mantini, “un quadro di estrema gravita’”. 1) “Per l’immoralita’ e l’indecorosita’ della condotta che in un’alta carica dello Stato dovrebbe essere improntata al decoro”; 2) “Per la concezione della donna e dei minori cui il capo del governo si fa interprete”; 3) Per la condizione di ricattabilita’ che deriva anche dall’aver continuato ad ospitare persone nei cui appartamenti sono state rinvenute ingenti quantita’ di droga e per il fatto di pagare questi appartamenti; 4) “Per il gravissimo dispregio internazionale del nostro paese”. 5) Per il coinvolgimento delle istituzioni nella sua difesa personale”. “I reati contestati – sostiene Mantini – non sono ministeriali, non sono relativi all’esercizio delle funzioni, e pensare che l’intervento per Ruby sia un atto di politica internazionale – chiosa ironico l’esponente Udc – e’ come configurare un nuovo reato: abuso della credibilita’ popolare”.