(ANSA) – ROMA, 3 FEB – ‘Si difenda, signor Presidente, con energia e coraggio nel processo e non dal processo. O altrimenti dia le dimissioni, chiedendo scusa al popolo italiano’. Cosi’ Rocco Buttiglione , presidente dell’Udc, si rivolge al premier nel dichiarare il voto contrario del suo partito al parere della giunta per le Autorizzazioni, che sul ‘caso Ruby’ ha affermato l’incompetenza della procura di Milano.
‘E’ interesse del Capo del Governo – prosegue – e di tutta la nazione fare al piú presto chiarezza su questa brutta storia e noi chiediamo al Capo del Governo di presentarsi al piú presto ai giudici per fare chiarezza su di una vicenda che lede gravemente nel mondo la credibilità ed il prestigio della intera nazione italiana’.
‘La questione fondamentale – dice – infatti, non è giuridica ma politica. Si è formato un abisso che separa oggi in modo drammatico i governanti dai governati e che intacca quel rapporto di rappresentanza che sta alla base della democrazia’.
Secondo Buttiglione ‘al di là di ogni questione giuridica il quadro desolante che e’ emerso dalle intercettazioni approfondisce questo baratro, fa franare la fiducia nelle istituzioni e nella democrazia. Noi siamo garantisti e non amiamo usare le debolezze private di un politico come strumento di una lotta di annientamento. Non amiamo neppure l’uso disinvolto delle intercettazioni e di documenti riservati che finiscono regolarmente sulla stampa. La questione qui peró ha assunto le dimensioni di uno scandalo pubblico’.
‘La gente pensa che i politici fanno il bunga bunga invece di occuparsi dei problemi del paese, quasi irridendo ai tanti che soffrono, alle famiglie che hanno visto cadere il proprio tenore di vita, ai giovani che non trovano lavoro, a quelli che hanno visto scadere i propri contratti a tempo determinato e non li hanno visti rinnovati, a quelli che sono in cassa integrazione straordinaria e sanno che i loro posti di lavoro in realtà già non ci sono piu”.
Alla visione ‘del muoia Sansone con tutti i Filistei’ il presidente dell’Udc dice di preferire ‘quella madre che era pronta a cedere suo figlio alla sua avversaria pur di farlo vivere. Ognuno di noi oggi è chiamato – e lei prima di tutto – a rinunciare a qualcosa, a fare un passo indietro perch‚ viva l’Italia’. (ANSA).