(ASCA) – Reggio Calabria, 17 feb – ‘Non e’ sorprendente l’ipotesi di riformare la legge elettorale. In ogni caso, attendendo che il dibattito arrivi presto nelle sedi piu’ appropriate, ossia la Commissione competente e l’Aula del Consiglio, e sulla base di una proposta di legge organica, il presidente Scopelliti va ringraziato perche’ da’ modo di ricordare alcuni nodi istituzionali su cui varrebbe la pena di riaprire la stagione delle riforme’. E’ il commento del capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale della Calabria, Pasquale Tripodi.
‘Occorre ponderare attentamente ogni scelta – afferma Tripodi – e i suoi effetti, soprattutto dinanzi ai danni immensi che ha prodotto il cosiddetto ‘porcellum’ alla democrazia italiana. Sottrarre ai cittadini il diritto di eleggere i propri parlamentari ha significato mortificare la liberta’ d’opinione dei rappresentanti del popolo in Parlamento, i quali spesso, a causa di questo meccanismo, sono portati a non discostarsi dalle scelte di chi li ha messi in lista e di chi li dovra’ ricandidare. Abbiamo assistito nel recente passato a silenzi troppo rumorosi, da parte di alcuni parlamentari, quando il Governo ha, subendo i diktat della Lega, penalizzato pesantemente il Mezzogiorno e la Calabria. Ecco – aggiunge Tripodi – qualora si abolissero le preferenze regionali, si rischierebbe di replicare il disastro nazionale. Naturalmente, la contrarieta’ dell’Udc ad una riforma del genere, e’ motivata anche dal fatto che a livello nazionale l’Udc si e’ da tempo schierato contro il bipolarismo muscolare e il presidenzialismo snaturato nel populismo, ed e’ evidente che l’abolizione delle preferenze, anche nelle regioni, accentuerebbe i poteri gia’ forti del Presidente pro tempore’. ‘Il problema del condizionamento mafioso – prosegue Tripodi – e’ molto serio, ma ci sono strumenti, leggi e regolamenti per evitare che chi ha stretto patti con la criminalita’ sia candidato. Cio’ che occorre evitare e’ impedire ai calabresi il diritto di scegliere chi deve rappresentarli in Consiglio. E va da se’ che un potere di nomina quasi assoluto, qualora la riforma si concretizzasse, l’avrebbero sia i partiti che i candidati alla Presidenza, il tutto a scapito del diritto del cittadino di avere in Consiglio persone libere di criticare e proporre, prescindendo da obblighi di candidatura verso i potentati di turno della politica’.
‘Le riforme elettorali, poi, – continua l’esponente dell’Udc – debbono essere sistemiche, poiche’ investono l’insieme delle Istituzioni’.