Intervento dell’On. Mario Tassone sulla designazione del presidente dell’autorità portuale di Bari

Signor Presidente, illustro quest’atto di sindacato ispettivo che è un po’ datato, perché per alcune vicende che hanno riguardato i lavori di Aula non riusciamo ad affrontare questo argomento e quindi la discussione di questo atto di sindacato ispettivo si svolge soltanto adesso.

Signor Presidente, ci troviamo di fronte ad una situazione estremamente grave, che riguarda la designazione del presidente dell’autorità portuale di Bari. Era soltanto una designazione quando ho prodotto questa interpellanza, adesso credo che l’atto si sia completato dopo il parere delle Commissioni parlamentari di merito.

Ho affrontato questo tema anche nella stessa Commissione trasporti di questa Camera, in sede di parere. Non è soltanto una vicenda che riguarda un atto politico e amministrativo, ma credo che riguardi più un fatto più grave sul piano penale e dell’opportunità politica. Ho molta considerazione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti per pensare minimamente che lui – a fronte di una conoscenza dei fatti e dei dati – si sia ovviamente determinato alla nomina di questo presidente dell’autorità portuale, che è un prodotto trasversale.

Signor Presidente, signor sottosegretario, quando ci sono interessi da una parte e dall’altra e c’è un fatto di illegalità e di illegittimità non c’è dubbio che il prodotto della nomina del presidente dell’autorità portuale è un fatto trasversale da parte del PDL e del PD. Queste cose vengono ad essere contenute nella nostra interpellanza e mi auguro che il Governo e soprattutto poi l’ufficio che ha prodotto il documento che ci evidenzierà e ci esporrà il sottosegretario abbiano colto il ragionamento fatto.

Peraltro, signor sottosegretario, la vicenda del porto di Bari non finisce qui. Infatti, io faccio riferimento con l’interpellanza ad una Commissione di indagine nominata da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti presieduta da un presidente di sezione del Consiglio di Stato, il quale fa riferimento chiaramente a situazioni certamente malavitose e di rapporti certamente dubbi da parte dell’autorità portuale e del presidente dell’autorità portuale nella gestione di alcuni rapporti ovviamente con strutture e con società con le quali si è intrattenuto un rapporto di interesse. Si parla di cinque milioni di affidamento senza nessuna licitazione e senza nessun incarico. Si parla ovviamente di business milionari. Si parla ovviamente di affidamento di aree demaniali a parcheggio in trattativa privata. Quindi, vi sono dei beni demaniali sui  quali certamente si paga qualche migliaio di euro perché oramai qualcuno ha pensato che queste aree fossero di proprietà.
C’è ovviamente l’affidamento di servizi di viabilità e sicurezza anche in trattativa privata a personaggi che certamente hanno dei precedenti penali. Tutto questo ovviamente è stato provato e comprovato abbondantemente. C’è ovviamente anche una nota del direttore generale per i porti, Caliendo, per quanto riguarda alcuni assunzioni fatte privatisticamente, senza nessun incarico. Il direttore generale dice che l’espletamento delle procedure concorsuali selettive di evidenza pubblica rispetta i principi di trasparenza ed efficienza di nomina in materia. Tutto questo non è avvenuto, perciò evidenza questo aspetto.

L’interpellanza nasce dalla vicenda perché il Ministro Matteoli ha nominato Mariani col concorso del presidente della regione Nichi Vendola, che, per carità di Dio, è un ex collega? Però quando parliamo di etica e di moralità dovremmo stare tutti quanti attenti. Questo si configura per i dati che abbiamo di una associazione a delinquere.

Mi auguro che le risposte che le hanno dato facciano allontanare i dubbi dal Ministero – o dal Ministro – di essere consapevole e corresponsabile di un’associazione a delinquere.

Questi fatti li ho resi pubblici in Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, con tutti gli articoli che hanno accompagnato questi fatti in questi giorni, articoli che posso anche produrre e consegnare alla Presidenza. «Appalti sospetti, indaga l’Antimafia», «Vigilanza e traffico auto: al porto hanno assunto molti pregiudicati», questo viene scritto. Ma cosa è successo, signor Presidente? Quando la commissione d’indagine del Ministero ha accertato le illegalità di questo signor Mariani, l’autorità portuale viene ad essere commissariata. Con chi? Con lo stesso Mariani.

La Commissione d’indagine afferma che vi erano rapporti illegali e atti illeciti, atti sospettati di illiceità e di illegittimità e, tuttavia, nomina lo stesso Mariani? Ma qui bisogna fare riferimento all’Assoporti, alla gestione dell’Assoporti, a un collegamento dell’Assoporti ad una gestione che alcuni dicono – non ho le prove provate – criminosa, di interessi privati, con una società a lunga gittata sul piano criminale.

Ma vi è una violazione della legge. Perché si nomina Mariani? Perché c’è il «sì» del Ministro e del presidente della regione? Dovrebbero parlare il capogruppo alla regione e il coordinatore regionale del Popolo della Libertà, perché ci sono parenti interessati in questo traffico. E poi, in Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari ci occupiamo dei codici deontologici. A chi facciamo i codici deontologici, quando si consuma un fatto così d’inganno e di violazione della norma?

La legge n. 84 del 1994 è stata violata nel suo articolo 7, comma 3, perché dice chiaramente che chi produce un deficit di bilancio deve essere rimosso e, quindi, non può essere nominato. Poi si inventa un’altra cosa e si dice che si tratta di una questione amministrativa e, perciò, si deve vedere quali sono stati i finanziamenti in conto capitale, sebbene i finanziamenti che ci sono stati non sono neanche stati messi in atto, cosa che ho evidenziato con una nota lasciata in Commissione trasporti.
Signor sottosegretario, credo che lei sia venuto qui con questo «raccontino» che è una violazione incredibile e, soprattutto, con il richiamo al decreto del Presidente della Repubblica sulla contabilità degli enti locali, che è un’altra cosa e certamente non è il riferimento all’articolo 7, comma 3, della legge n. 84 del 1994. Questa legge, in fondo, è sorta per privatizzare i porti e per creare dei manager. Vi è un deficit di bilancio per quanto riguarda i conti consuntivi, la gestione e il personale. Non si tratta di una promessa del finanziamento, perché se così fosse un Ministro con la promesso del finanziamento, eliminando il finanziamento o il carico dei pedaggi, potrebbe ovviamente gestire il commissariamento in entrata e in uscita a suo piacimento. Ma non è così! Non è questo lo spirito della legge. È la prima volta che vi è un’invocazione di questo genere. Chi ha varato questa legge non aveva questo intendimento. Così vi è una violazione di quello che è lo spirito della legge e la volontà espressa da parte del legislatore.

Si è andato avanti lo stesso, con l’arroganza del potere e con la copertura di alcune forze di sinistra. L’estrema sinistra rivoluzionaria si ritrova sul piano del potere della gestione degli appalti e degli affidamenti. Ci si trova d’accordo, con le promesse e anche con tutto il discorso della vessazione perpetrata da questo signore per quanto riguarda la Bari Porto Mediterraneo. Ci sono state vessazioni incredibili, violazioni di norme, di buon gusto e di opportunità.

E il Ministro che fa? Va avanti tranquillamente! Alcuni di noi, compresi esponenti del Popolo della Libertà, sono intervenuti in Commissione trasporti, ma si va avanti lo stesso. Ho avuto qualche sentore di alcuni comportamenti tenuti per determinati porti quando ero al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ma pensavo che si trattasse di una devianza in un particolare momento, tuttavia forse c’è una mentalità che mi sfugge. Ovviamente, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e, a tal proposito, esiste anche un Tribunale dei ministri.

Abbiamo presentato questa interpellanza urgente – e mi avvio alla conclusione, signor Presidente – perché vogliamo conoscere la risposta, forse sacrificando anche i principi e soprattutto i lavori parlamentari.
Se il sottosegretario vuole rispondere con un documento confezionato può anche leggerlo, ma se è confezionato – e glielo dico con molta tranquillità, signor sottosegretario – con le baggianate, con le violazioni e con gli insulti…

Infatti, gli argomenti esposti sono provocatori: conosciamo anche le violenze perpetrate nei confronti dei direttori generali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per abbracciare alcune tesi illegali e immorali – e lo ripeto – illegali e immorali! Se lei è venuto, signor sottosegretario, di buon accordo rinuncio anche alla replica, ma non rinuncio alla sua esposizione: riprendiamo un discorso molto più serio perché si tratterà di un discorso serio.

Ciò che lei dirà in quest’ Aula, nella fase di risposta alla mia interpellanza urgente, certamente sarà grave e avrà una ricaduta sul piano politico. Ciò avverrà in questo momento: vi saranno delle conseguenze certamente sul piano morale, ma anche su quello politico, nei confronti della sua persona, che certamente rispetto, ma anche del titolare del suo Dicastero.

 

La risposta del sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Luca Bellotti

Signor Presidente, onorevole Tassone, la risposta è abbastanza lunga e spero che possa, in qualche maniera, venire incontro a quelle che sono le sue aspettative.

In merito alle questioni evidenziate nell’interpellanza in esame, preliminarmente, ritengo opportuno precisare che le considerazioni riguardanti presunti favoritismi in favore di una cooperativa nell’affidamento di alcune attività a servizio dei traffici portuali, sono state già affrontate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in occasione del sopralluogo eseguito da propri dirigenti e funzionari presso la stessa autorità portuale di Bari in data 24 ottobre 2008.

Infatti, nella relazione di verifica, gli stessi funzionari, affermano che: «Alla luce delle considerazioni sopra esposte e della documentazione esaminata non sembrerebbero potersi individuare irregolarità nella gestione dell’affidamento in questione».

Dalla stessa relazione emergeva, peraltro, che gli affidamenti diretti alla cooperativa Multiservizi portuali risalivano agli anni 2001 e 2004, epoca nella quale la presidenza dell’autorità portuale era affidata ad altro soggetto.

A tale proposito è doveroso rilevare che, al fine di uniformarsi alla normativa in materia di affidamento di servizi mediante procedure di evidenza pubblica, ponendo fine al regime di affidamento diretto, il comitato portuale, sotto la presidenza Mariani, con delibera n. 9 del 6 giugno 2008, ha indetto una gara pubblica per l’affidamento in concessione del servizio di regolazione, anche motorizzata, del traffico veicolare all’interno delle aree portuali di Bari, servizio bus navetta e monitoraggio delle banchine pubbliche e delle aree comuni, anche ai fini dell’applicazione del «Programma nazionale di sicurezza marittima contro eventuali azioni illecite internazionali», approvato dal Comitato interministeriale sicurezza marittima in data 26 aprile 2007.

Nell’ambito della procedura di detta gara è sorto un contenzioso con un’impresa esclusa, nel corso del quale, su conforme parere dell’avvocatura distrettuale, l’autorità portuale decideva di prorogare, a far data dal 1o febbraio 2009, l’affidamento alla Multiservizi Portuali Scarl, il servizio di presidio alle port facility per la security portuale e per le attività ad essa connesse e per la viabilità.
Nel frattempo, a seguito dell’ultimazione dei lavori di realizzazione della darsena di ponente, si sono determinate modificazioni sostanziali relative agli aspetti infrastrutturali delle banchine e dei piazzali della darsena stessa che hanno determinato una nuova configurazione dell’impianto portuale del molo di ridosso e darsena di ponente per l’ormeggio di navi passeggeri da crociera e navi traghetto passeggeri. A ciò è seguito un diverso assetto della recinzione perimetrale a delimitazione delle aree ristrette della Port Facility, rendendo opportuno riesaminare la valutazione dei rischi delle Port Facilities in questione. La capitaneria di porto quindi provvedeva: con decreto n. 08, in data 10 febbraio 2009, ad approvare la valutazione di sicurezza del porto di Bari relativa all’accosto di navi da passeggeri presso le Port Facilities molo San Vito, molo di ridosso e banchina deposito franco esistenti nel porto di Bari; con successivo decreto n. 44, in data 4 maggio 2009, all’approvazione del nuovo piano di sicurezza del porto di Bari con riguardo alle predette Port Facilities.
Il riassetto del porto, il riesame dei rischi relativi agli impianti portuali e le conseguenti variazioni occorse ai piani di security hanno determinato un mutamento della situazione di fatto, rendendo obbligatoria una nuova valutazione dell’originario interesse pubblico da soddisfare con l’evidenza che la gara precedentemente indetta con deliberazione del Comitato portuale n. 9 del 6 giugno 2008 si è rivelata non più rispondente alle reali esigenze operative; pertanto, il Comitato portuale, con delibera n. 6 del 1o luglio 2009, ne ha disposto la revoca.

Circa le osservazioni formulate sul rendiconto generale dell’esercizio 2010, si ritiene necessario far rilevare che le autorità portuali predispongono i propri documenti contabili sulla base di uno specifico regolamento di amministrazione e contabilità approvato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con quello dell’economia e delle finanze, ai sensi dell’articolo 6, comma 3, della legge 28 gennaio 1994, n. 84. Non è pertanto applicabile a tali enti il decreto del Presidente della Repubblica 27 febbraio 2003, n. 97, essendo questo riferito agli enti pubblici di cui alla legge 20 marzo 1975, n. 70, la cui applicazione alle autorità portuali è espressamente esclusa dal comma 2 dello stesso articolo 6.

Occorre inoltre chiarire che la previsione di revoca del presidente e scioglimento del comitato portuale previsti dall’articolo 7, comma 3, della stessa legge 28 gennaio 1994, n. 84 è riferita alla presenza di un disavanzo nel conto consuntivo. Al riguardo, si precisa che tale dizione nella legge in questione fa riferimento a quello che, nella nuova terminologia introdotta con i regolamenti di contabilità in vigore dal 2008, è oggi definito rendiconto generale; tale circostanza appare evidente dalla lettura dell’articolo 12 della stessa legge.

Fatta tale doverosa precisazione, è agevole accertare che il rendiconto 2010 dell’Autorità portuale di Bari, pur presentando un disavanzo economico di 622.665,73 euro e un disavanzo finanziario di competenza di 1.777.981,69 euro, evidenzia un avanzo di amministrazione tale da coprire ampiamente le perdite dell’esercizio. Esso ammonta, infatti, ad oltre 26 milioni di euro ed è costituito da un fondo di cassa effettivo di 25,9 milioni di euro, oltre che dalla presenza di residui sia passivi che attivi sostanzialmente a pareggio e pari rispettivamente a 6,13 e 6,54 milioni di euro.
Per quanto detto è evidente che, anche se eventuali vicende impreviste, quali la sentenza della magistratura citata dall’interpellante, riducessero o azzerassero i crediti, cioè i residui attivi, il risultato di bilancio sarebbe comunque ampiamente in positivo.

Il documento contabile in questione, sul quale il collegio dei revisori dei conti ha espresso il suo parere favorevole, è stato approvato dal Comitato portuale dell’Autorità nella seduta del 29 aprile 2011 con voto unanime dei presenti e la relativa delibera è attualmente all’esame dei Ministeri vigilanti.

Per quanto riguarda la vicenda della nomina di un commissario presso l’autorità portuale barese, disposta dal signor Ministro nel giugno del 2009, a seguito dell’esito dei lavori di un’apposita Commissione ministeriale, si rappresenta che il relativo decreto ebbe vita molto breve. Già all’indomani della sua emanazione, il provvedimento venne sospeso dal TAR Puglia con decreto monocratico del Presidente e, successivamente, lo stesso TAR, ne sentenziò l’annullamento per eccesso di potere ricavabile dalla specificità degli addebiti mossi al presidente, quasi interamente riferibile al rapporto tra l’autorità portuale e la società Bari porto mediterraneo che, a parere del giudice, assumono una rilevanza assai ridotta nel contesto della complessiva attività dell’ente. Inoltre, sempre secondo il TAR Puglia, il decreto ministeriale scaturito dalle risultanze della Commissione non evidenziava indizi di grave e comprovata cattiva gestione da parte del presidente.
Quindi, per quanto detto, appare evidente che l’assetto di bilancio dell’autorità portuale di Bari, che mai ha presentato situazioni di disavanzo, appare perfettamente in grado di sopportare un’eventuale incidenza negativa delle sentenze sui crediti contestati.

Infine, come peraltro già noto agli interroganti, ritengo opportuno rammentare che la proposta di nomina del signor Mariani quale presidente dell’autorità portuale di Bari è stata approvata dalla IX Commissione della Camera dei deputati nella seduta del 31 maggio 2011.

 

La replica di Mario Tassone

Signor Presidente, non voglio fare un appunto particolare al sottosegretario, anche perché l’unica cosa che posso dire è che il Ministero, in tutto questo, ha lavorato poco visto che la risposta l’ha costruita Mariani. Egli è, per quanto mi riguarda, il massimo sospettato di un’operazione illegale, illecita, che lo vede destinatario e, allo stesso tempo, propulsore. Non ho altre argomentazioni, altri temi, da portare, anche dopo la sua risposta.

Signor sottosegretario, la sua risposta è inquietante perché cerca di deviare tutto il mio argomentare in presenza di una Pag. 92Commissione ministeriale che ha operato successivamente e indipendentemente da quelli che erano i tecnici del Ministero. Questa Commissione ministeriale è presieduta da un Presidente di sezione del Consiglio di Stato. Pare che l’autorità portuale confonda l’interesse pubblico con il proprio interesse patrimoniale. Tutto questo non ha lasciato nessuna traccia e nessuna valutazione in tutta la problematica che riguarda il funzionamento.
Inoltre, alla Cooperativa multiservizi portuale è stata, tra l’altro, offerta la stessa autorità portuale con una procedura, come dice la stessa Commissione ministeriale, che desta forti perplessità. Un appalto di svariati milioni di euro per lo svolgimento di servizi perfettamente sovrapposti a quelli gestiti dalla società Bari porto mediterraneo. Da più parti è stata denunciata la presenza di soggetti discutibili con riferimento a trascorsi penali certificati per molti componenti nell’ambito della stessa Cooperativa che, con sprezzo di ogni dovere d’ufficio, sono stati dal presidente dell’autorità portuale utilizzati addirittura come addetti alla security, per la sicurezza e la prevenzione nei confronti di eventuali attacchi terroristici internazionali. Lei, signor sottosegretario, che ringrazio manifestando tutto il rispetto che ho per lei sul piano personale, che cosa mi ha raccontato? Cosa le hanno fatto raccontare? Dopo la sua risposta mi sono convinto che ci troviamo, è una mia impressione, viste le notizie che abbiamo letto, di fronte ad un’associazione a delinquere. Qui il problema non riguarda il presidente dell’autorità portuale. Questa è un’associazione a delinquere!

Ho chiesto anche alla Commissione trasporti che si promuovesse quanto meno un’indagine conoscitiva. Non so che cosa hanno fatto, sia per quanto riguarda l’Assoporti, che cambia lo statuto in termini incivili e antidemocratici, sia per quanto riguarda il presidente dell’Autorità portuale di Bari.
Il fatto del conto consuntivo generale, signor sottosegretario, non è – si convinca – nello spirito della legge n. 84 del 1994. Le hanno fatto dire una stupidità! Anche su tutto il discorso del bilancio che lei ha fatto, certamente i risultati sono negativi: le hanno fatto dire una stupidità. Questa è la cricca genovese, che ha fatto, a suo tempo, a Genova tanti trasporti, sia il presidente dell’Autorità portuale sia l’attuale Pag. 93segretario generale. Ci troviamo di fronte a cricche! Lei lo ha capito, signor sottosegretario, o no? Lei è stato nominato da poco in quel Ministero: capisce che cosa significa il termine «cricche»? Ci troviamo di fronte a cricche! Le hanno fatto dire un falso.
È una violazione di legge ciò che è stato fatto. Non si possono accampare finanziamenti in conto capitale per dire che la situazione è tutta florida e che poi c’è anche il fondo. Vi è il problema della gestione, del modo con cui si è gestito il personale, delle spese e delle «donazioni», lo dico tra virgolette, che sono state erogate.

È questo il fatto negativo, che certamente sconfigge il principio contenuto nella legge n. 84 del 1994. Ho fatto riferimento prima al management, alla buona e corretta amministrazione. I risultati di gestione sono negativi e i risultati che si accampano sono quelli sulla carta delle promesse di finanziamento. Stanno perdendo anche 90 milioni di euro perché non hanno iniziato con questi finanziamenti gli investimenti; in particolare, con riferimento ad,alcuni investimenti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, non sono iniziati nemmeno i primi lavori, non è stato insediato niente, neanche il primo cantiere. Nulla! Si stanno perdendo, si vanificano, e sono risorse di finanziamento anche comunitarie.

Io ritengo che la vicenda, come ho detto anche all’inizio, signor Presidente, non si chiuda qui. Conosco molto bene la situazione dei porti e la delicatezza della materia. Chi ha pensato di fare affari e di realizzare rendite parassitarie si è sbagliato di grosso. Mi auguro che la Commissione antimafia indagherà e mi auguro – l’ho chiesto – che il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti venga anche in Commissione antimafia, e che venga anche il presidente della regione. Sì, mi auguro che venga anche il presidente della regione, perché voglio capire perché questo accordo trasversale, guarda caso, si risolve e si ritrova di fronte ad un atto certamente di illegalità ed illiceità.
Credo che questo sia un bel dibattito, molto bello, molto succoso, molto «gustoso». Non l’ho limitato ad un atto di sindacato ispettivo. Visto e considerato che si sta parlando di politica e di progetti – che poi non si vedono da nessuna parte e vedo commozioni varie, rivendicazioni di vittorie e di successi infiniti, ci troviamo di fronte a questa vicenda miserevole e miseranda di Bari, dove vi è stato un giro di favoritismi da una parte e da un’altra, ed ecco, si è fatto il grande accordo: si è prodotto veramente un fatto inquietante. Ma noi andremo avanti.

Grazie, signor Presidente, ho raccolto il suo invito per un fatto tragico. Lei mi aveva invitato, signor Presidente, ad essere più stringato, poco fa. Volevo esserlo, anche per corrispondere alla sua cortesia e, soprattutto, in nome anche di una vecchia amicizia. Ma non potevo fare altro: non era un fatto tecnico e amministrativo, ma era un fatto politico, di costume e un problema etico. Certamente, il Ministero avrebbe potuto avere qualche guizzo e, soprattutto, qualche atto di maggiore umiltà, ma soprattutto di maggiore sensibilità, e non lo ha avuto. Ovviamente, si vive così, è andata così, ma noi certamente non faremo così. Chi pensa di avere risolto alcuni problemi, li ha aggravati, anzi, li ha evidenziati.

 

Intervento dell’On. Mario Tassone sulla designazione del presidente dell’autorità portuale di Bari.pdf








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