Governo: D’Alia, modello Sicilia puo’ servire al Paese

Roma, 16 GIU (AGV NEWS) – Il modello di governo siciliano puo’ servire come esperienza per il resto del Paese. Lo sottolinea il capogruppo dell’Udc al Senato, Gianpiero D’Alia intervistato a “Un caffe’ con…” su Sky Tg24. “Siamo andati da soli alle elezioni del 2008 quando c’era un conformismo generale su questa magnifica macchina da guerra del bipolarismo – osserva l’esponente centrista -. Tutto questo e’ finito: Pdl e Pd non reggono cosi’ come sono.

Serve costruire un’area moderata e riformista che sia nelle condizioni di governare il Paese. Le elezioni amministrative in Sicilia hanno dimostrato che questo percorso e’ possibile e ci si puo’ lavorare sopra. Ed e’ quello che stiamo facendo e credo che possa servire da esperienza e da modello per il resto del Paese”. La prossima settimana il governo affrontera’ la verifica in Parlamento. “Non so cosa dira’ il premier – commenta D’Alia -. Tutte le cose che l’Udc e il Terzo Polo hanno denunciato in questi mesi si sono verificate. L’idea di un’autosufficienza numerica, rafforzata dalla migrazione di qualche parlamentare, come panacea di tutta i mali del governo e del Paese e’ stata sbagliata e ha prodotto guasti. La verita’ e’ che questo governo non puo’ assumere decisioni impopolari perche’ si fonda su un complesso di promesse eccessive fatte in campagna elettorale che non sono mantenibili”. In merito al disegno di riforma fiscale, D’Alia riconosce al ministro Tremonti di avere fatto “dichiarazioni molto oneste nel senso che non si puo’ fare un riforma aggravando il bilancio dello Stato dal momento che gia’ non siamo in linea con l’Europa”. Questo, rileva l’esponente Udc, “chiude anche la partita all’interno del governo di chi pensa che si possa ancora aumentare indiscriminatamente la spesa pubblica per fare provvedimenti di natura populistica”. La verita’, prosegue D’Alia, “e’ che la riforma a costa zero non si puo’ fare. Bisognerebbe intervenire con un taglio della spesa improduttiva e con misure che facciano crescere il Pil perche’ solo cosi’ si rimette in moto il circuito virtuoso che consente anche la semplificazione fiscale”.

Per D’Alia, “serve una rilettura del sistema del welfare nel nostro Paese: bisogna ad andare a incidere sui tanti privilegi del nostro sistema”.
Oggi, continua il senatore Udc, “ci troviamo di fronte a categorie deboli che sono diverse da quelle di 15-20 anni fa.
A cominciare dai giovani precari che si trovano senza alcun tipo di sostegno e assistenza”. Proprio sui precari, D’Alia trova quella del ministro Brunetta “una battuta infelice e un fatto politicamente molto grave” perche’ “chi ha responsabilita’ di governo non si puo’ permettere di insultare dei cittadini a prescindere dall’opinione politica che manifestano”. Sull’appuntamento di Pontida di domenica prossima e sulla possibilita’ che dalla Lega possa venire la richiesta di un ritiro della missione in Libia, D’Alia commenta: “Quella della missione e’ un pretesto. Tutti sappiamo che non si puo’ fare. L’Italia ha forti interessi di natura economica e diplomatica nell’area. Non e’ che se andiamo via dalla Libia si risolve il problema dell’immigrazione dal Nord Africa, che e’ un fatto piu’ ampio che esisteva prima degli sbarchi a Lampedusa”. La vicenda della Libia, per il senatore centrista, “e’ esemplificativa di un modo sbagliato di affrontare i problemi. Del resto la Lega e’ un partito tendenzialmente populista e deve dare delle risposte alla pancia dei propri elettori sfiduciati”. E se l’inchiesta della procura di Napoli sulla cosiddetta P4 puo’ aprire nuove tensioni sui rapporti tra politica e magistratura, D’Alia taglia corto: “Non credo sia la maniera migliore per rasserenare il clima buttarla in politica ogniqualvolta ci sia un’azione giudiziaria. Non trovo alcun nesso tra le vicende politiche che segnano la sconfitta del governo e della maggioranza e le iniziative giudiziarie che camminano secondo le regole dell’ordinamento”. In merito al fatto che nell’inchiesta appaia il nome del sottosegretario Gianni Letta, D’Alia ricorda che “vale per tutti la presunzione d’innocenza. Leggiamo solo notizie sui giornali e una valutazione di natura istituzionale si potra’ fare quando e se si avranno elementi di particolare rilevanza. Ma allo stato delle cose – conclude il senatore Udc – non e’ cosi’ e dobbiamo evitare di utilizzare le iniziative giudiziarie come strumenti di lotta politica”.

 

 

 

 










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