(DIRE) Roma, 23 giu. – “Forti con i deboli e deboli con i forti”… Cosi’ recitano gli striscioni di un piccolo universo di volontari e di disabili che oggi manifestano in piazza Montecitorio. Per Paola Binetti, deputata Udc, “sono la parte migliore dell’Italia, quella che si mette in gioco soprattutto in tempi di crisi e di difficolta’ per tutelare un diritto sacrosanto: il diritto alla salute, al lavoro, al rispetto della propria dignita’”. Chiedono “‘semplicemente’ il rispetto della nostra Costituzione che davanti ad una evidente diversa-abilita’, non potendo imporre una uguaglianza per legge, pretende che la politica rimuova gli ostacoli che rendono piu’ difficile la realizzazione di quella ‘uguaglianza’ che e’ alla base di una democrazia efficace e generosa. E’ l’anno del volontariato, ma quasi nessuno sembra essersene accorto: i tagli massacranti di questi ultimi anni hanno colpito soprattutto le fasce deboli, a cominciare dai disabili; la minaccia di una manovra da 40 miliardi poi, corre il rischio di abbattersi su di loro in modo ancor piu’ pesante”.
Per questo l’Unione di Centro dice “no a tagli indiscriminati, e dice si a misure concrete e positive a loro sostegno. E’ in gioco non solo la coesione sociale e familiare ma anche la dignita’ di un paese che ha le migliori leggi sul volontariato e sulla integrazione sociale , ma non e’ in grado di garantirne l’applicazione. Anche noi ci uniamo alla protesta di chi manifesta contro tagli che colpiscono persone in difficolta’, organizzate in associazioni di categoria, piu’ o meno grandi, a seconda della disabilita’ o della patologia che rappresentano, mentre invece dovrebbero aggredire gli sprechi della politica, la corruzione e i privilegi di pochi. Ci aspetta una battaglia forte in Parlamento e intendiamo combatterla tutta stando dalla parte di chi e’ in difficolta’, anche per verificare le promesse di un Governo veloce nel parlare, ma lento nel realizzare quanto promette. Un governo vistosamente disabile in cerca di fiducia che puo’ e deve venirgli piu’ che dal parlamento dalle persone che maggiormente portano il peso della crisi”.