Signor Presidente, ho ascoltato con molta attenzione la relazione del presidente Pecorella. Devo ringraziare sia lui, sia i colleghi della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti per il lavoro che hanno svolto. Ringrazio l’onorevole Pecorella anche per il modo in cui ha illustrato l’attività della Commissione sul ciclo dei rifiuti. Lo ringrazio altresì per la parte finale del suo intervento, quando ha fatto un chiaro riferimento alla grave situazione della Calabria in questo settore e alla disattenzione del Governo rispetto ad una problematica che, invece, dovrebbe essere aggredita con maggiore decisione e, soprattutto, con grande sensibilità e umanità. Parliamo di vicende drammatiche.
Nella relazione al nostro esame, che è stata consegnata al Parlamento nel suo complesso da parte della Commissione, si fa ampio riferimento alle situazioni di negatività e alle ricadute sulla salute pubblica. La Commissione ha dedicato molto spazio a Crotone, vi sono moltissime pagine dedicate a questa città, dove si fa chiaro riferimento al fatto che interi quartieri e scuole sono stati costruiti su rifiuti nocivi, su materiale dannoso. Si fa riferimento anche ai test sanitari fatti nei luoghi dove si era registrato un alto tasso di accadimenti minacciosi ed inquietanti che ricadono sulla salute dei bambini e di quelle popolazioni.
Tante volte, attraverso atti di sindacato ispettivo, abbiamo richiamato l’attenzione del Governo per la realizzazione di un intervento organico di bonifica di Crotone, della zona di Sibari, di Cassano, di Serra D’Aiello, di Oriolo. Tante volte abbiamo cercato di fare capire che questo non era un tema da affrontare con superficialità o astrattezza, ma con un grande impegno. Il materiale lasciato a Crotone dall’ex Pertuso e dall’ex Montecatini certamente disonora la civiltà non soltanto di una Regione, ma di un Paese.
Abbiamo concluso pochi momenti fa gli interventi in relazione alle comunicazioni rese dal Presidente del Consiglio dei ministri. Questo argomento non è apparso da nessuna parte, non ha fatto neppure «capolino» in quest’Aula. Invece credo che questo debba essere un tema abbastanza robusto per sollecitare e indurre ad una riflessione molto forte.
Si parla ovviamente dei ritardi, come ha ricordato l’onorevole Pecorella, della Syndial Spa, ma è chiaro, onorevole Pecorella, che la Syndial Spa non ha nessuna intenzione di operare e di rispettare i patti. Lei ha riscontrato questo dato, lei lo ha visto e lo ha dovuto verificare andando a Crotone! Soltanto qualche Ministro viene qui in Aula e dice: «Tutto a posto. Andiamo avanti con la bonifica.» Come? In che senso? In quale direzione va la bonifica o l’azione di bonifica? Ci sono i poteri forti anche della Syndial Spa, onorevole Pecorella! Signor rappresentante del Governo, vediamo un pochettino se mi può ascoltare tranquillamente, perché sto parlando anche per lei, onorevole Catone! Sto parlando anche per lei, onorevole Catone! Vediamo se possiamo, noi, trovare un qualche aggancio a quella che è una problematica che certamente è irriguardosa e irrispettosa rispetto agli interessi delle popolazioni calabresi, ma non soltanto calabresi.
Ci sono i poteri forti e bisogna individuare quali sono le responsabilità. Lei sa, presidente Pecorella, che io ho avanzato e, soprattutto, dato vita a una problematica sui rapporti di competenza fra la Commissione antimafia e la Commissione da lei egregiamente presieduta, perché vi sono ovviamente delle connessioni. Lei ha, infatti, parlato chiaramente, ricordando che non è stata fatta nessuna raccolta differenziata, che anzi la percentuale è minima, che ci sono delle discariche abusive, che la gestione straordinaria di emergenza, più volte denunciata, ha affidato patrimoni ed ha gestito gli appalti con grande disinvoltura. Chi sono i responsabili di tutto questo a Crotone come a Catanzaro? Perché, quando io ho chiesto al Governo di finirla con l’emergenza rifiuti per riportare tutto a un minimo di controllo, si è risposto di no?
Si vive e si è vissuto senza controlli, senza tracciabilità, senza legalità e, quando non ci sono controlli e non c’è legalità, si inserisce l’azione criminale delle organizzazioni criminali. Ecco perché ritengo che c’è da chiarire quali siano le competenze della Commissione antimafia e le competenze della Commissione bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, per capire se c’è la volontà di individuare, come dicevo poc’anzi, dei responsabili.
Noi licenziamo questo testo e anche il mio partito, attraverso l’onorevole Libè, credo abbia dato l’assenso a questo documento. Ma chi sono i responsabili? Sono forse i poteri forti di Crotone? Chi ha coperto Crotone? Iniziamo a capire! Ci sono responsabilità antiche della magistratura, ci sono responsabilità antiche degli amministratori, ci sono responsabilità antiche di membri del Governo. Chi ha coperto questa situazione in cui si è inserita la criminalità organizzata?
Se infatti noi prepariamo una relazione, la consegniamo al Parlamento e, oggi, il Parlamento l’approva non abbiamo certamente costruito nulla e non abbiamo raggiunto nessun tipo di obiettivo, perché quello che era importante lo abbiamo già consumato: la relazione del Presidente del Consiglio, tra vari interventi e tra varie tifoserie. Ma tutto questo non lascia traccia nella storia, perché ci sono territori di questo Paese – non della Luna o di Marte – che vivono situazioni di grande precarietà, di grande sofferenza e là rivivono i drammi che possiamo certamente collegare anche con i drammi che vivono alcune popolazioni del nord Africa e anche dell’Africa equatoriale.
Io ritengo che ci debba essere un sussulto di dignità. Vorrei capire, dopo tanti mesi, qual è veramente la risposta del Governo. Qual è? Non mi riferisco certamente alla risposta dell’onorevole Catone, che è sottosegretario da poco, ma alla risposta del Governo, perché nessuno dei Ministri o degli ex Ministri dell’ambiente può dire che queste cose non si sapevano.
Poi c’è un altro aspetto, onorevole Pecorella, per quanto riguarda il problema delle navi inabissate. So che lei ha condotto anche delle inchieste e degli accertamenti. Per me la situazione è nebulosa.
Al di là di quello che dice la magistratura di Paola, abbiamo carcasse inabissate nel mare con una serie di rifiuti, abbiamo responsabilità delle istituzioni e dei servizi. Ritengo che ci debba essere un passo in avanti e che dopo questo dibattito, alla fine, signor presidente, troveremo un modo, sul piano istituzionale, con la Commissione antimafia, di proseguire le indagini e andare verso l’accertamento di verità e, lo ripeto per l’ennesima volta, delle responsabilità morali di poteri forti, economici che si sono arricchiti sulle spalle della povera gente e della Calabria, con le cifre che lei ricordava in quest’Aula: centinaia di milioni certamente senza nessun ritorno, con una sproporzione tra costi e benefici, molti costi e pochi benefici, forse molti benefici rispetto a pochi che hanno gestito, con grande disinvoltura, nel silenzio, con la copertura, la complicità e la connivenza di alcuni pezzi delle istituzioni.
E allora come vogliamo combattere la criminalità organizzata? Questo Paese come va avanti? Il Governo dura, farà altri due anni? Ci saranno ancora voti di fiducia? C’è bisogno ovviamente di dire la parola seria, non tanto di fare l’elenco dei latitanti catturati e degli obiettivi raggiunti nel contrasto e nella lotta alla criminalità organizzata. Abbiamo dato atto alle forze dell’ordine e anche ai magistrati, così come ha fatto Casini, del lavoro svolto e dell’impegno profuso e molti provvedimenti antimafia hanno avuto anche il nostro contributo in termini positivi e costruttivi. Credo che questo sia un filone importante e fondamentale che va perseguito con forza rispetto anche ai numeri drammatici che il relatore, il presidente Pecorella, ha portato alla nostra attenzione.
È la fine di un’epoca? No, presidente Pecorella, continuerà ancora l’emergenza rifiuti in Calabria. Allora c’è da interrogarsi: chi ha beneficiato di questa emergenza? Quali sono stati i settori che hanno beneficiato di questa gestione disinvolta? Lo abbiamo già accertato: senza controlli, certamente senza tracciabilità, senza nessun senso delle istituzioni e della legalità, si inserisce la criminalità organizzata. Ma la criminalità è semplicemente quella organizzata o anche quella con i colletti bianchi? Chi è pericoloso? Certamente la criminalità delle grandi caste, dei nomi e delle famiglie che conosciamo, ma ci sono anche quelli, ovattati e discreti, che sono dietro le scrivanie e che sono ugualmente criminali, perché alimentano, per il guadagno, la violenza dell’uomo sull’uomo. Credo sia questo il dato forte e importante su cui dobbiamo costruire un abbozzo e soprattutto un modo di poter procedere anche attraverso questi strumenti.
Al di là di questo, il lavoro della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti – di cui ho dato atto, signor Presidente, a lei e ai colleghi della Commissione stessa – al pari di quello della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia, non avrebbe senso di esistere se, come qualcuno pensa, certamente sbagliando, facessimo semplicemente un lavoro che poi si traduce in un passaggio di carte che trasferiamo al Senato o alla Camera. Noi non siamo passacarte, né la Commissione antimafia né la Commissione sui rifiuti. Noi vogliamo anche qualche risultato. Non so come si concluderà questo dibattito…
Presumo con un voto su questo documento. Ma, signor Presidente, a nome di tutti, perché credo che ci sia l’unanimità in quest’Aula al riguardo, vorrei dire una parola per chiedere al presidente della Commissione antimafia di continuare e di fare in modo, anche informalmente – per poi trovare, come dicevo poc’anzi, una sistematica formale – di mettere in atto elementi importanti e fondamentali.
Un’ultima battuta. C’è quella vicenda del comandante De Grazia che ancora ovviamente qualcuno vuole ricacciare nell’oblio. Pesa grandemente, perché certamente bisogna capire perché non ci sono stati gli accertamenti dovuti e perché si è cercato di nasconderla o di dimenticarla. Ritengo che questo lo dobbiamo anche ai magistrati, alla stragrande maggioranza dei magistrati calabresi, che vivono nelle procure sotto organico, da Catanzaro a Crotone, a Vibo Valentia, a Reggio Calabria.
Allora ritengo che bisogna concludere questi nostri lavori con una parola che completi, che arricchisca, che dia uno sbocco e soprattutto un futuro
Intervento dell’On. Mario Tassone sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.pdf