Agricoltura: Piccirillo (Udc), la crisi energetica stringe in una morsa le nostre imprese agricole

La crisi energetica stringe in una morsa le nostre imprese agricole.

Durante questo infausto periodo di pandemia il settore agricolo ha mantenuto saldi i suoi fondamentali e l’occupazione è stata salvaguardata.

L’intero comparto agroalimentare, che ha resistito nonostante i vari lockdown, ha contribuito in misura decisiva alle esigenze del paese.

Adesso che si prospetta una ripresa importante, soprattutto per l’export, settore in cui il “made in Italy” agroalimentare svolge un ruolo strategico, si abbatte sulle nostre aziende la mannaia dell’incremento dei costi energetici.

Le più colpite sono le piccole e medie aziende, perno dell’agroalimentare italiano, che non hanno la struttura finanziaria adeguata per sopportare una crisi a 360 gradi come l’attuale e che, a mero scopo esemplificativo, spazia dall’’incremento dei concimi al costo per i trattamenti fitosanitari necessari, fondamentali soprattutto nel settore della bioagricoltura, all’aumento dei costi energetici e del carburante, che rischiano di mettere in ginocchio la filiera della logistica e della trasformazione.

Quanto costerà in più trasformare i prodotti ortofrutticoli, notoriamente lavorati in imprese energivore, conservati in magazzini frigoriferi e venduti in strutture commerciali anch’esse oberate da costi energetici enormi ? Dove si riverserà questo extracosto ? Chi lo pagherà ?

Certo, i prezzi pagati dai distributori potrebbero aumentare, ma nell’invitabile scontro tra le ragioni dei produttori e quelle della distribuzione organizzata è molto probabile che, come al solito si finirà con lo scaricare il costo della crisi sui primi; fatto questo che potrebbe portare alla chiusura di molte aziende agricole, soprattutto piccole e medie.

Se ciò dovesse accadere si creerebbe un danno irreparabile per la nostra nazione, che ha nell’agroalimentare uno dei suoi punti di forza.

Ecco perché il Governo deve intervenire tempestivamente, assicurando un sostegno a queste aziende per consentire loro di superare la crisi, preparandosi alle sfide poste dai nuovi scenari del dopo pandemia.

E’ assolutamente necessario provvedere con urgenza a sostenere la crisi di liquidità (per esempio defiscalizzando i contributi agricoli per la manodopera), provvedendo, al contempo, alla sburocratizzazione delle procedure anche per spendere al meglio sia i fondi del PNRR che quelli della nuova agenda agricola europea.

E’ un momento decisivo. Il Governo ed i partiti devono fare tutto quello che possono per sostenere uno dei settori che ci hanno reso famosi nel mondo.

Basta con il balletto dei fondi europei non spesi. Basta con l’incapacità delle amministrazioni regionali di mettere “sul campo ” le risorse messeci a disposizione dalla Commissione Europea.

Le Regioni cambino passo oppure si provveda ad una nuova organizzazione della spesa. Ogni euro mandato indietro a Bruxelles va ai nostri partner, che altro non sono che concorrenti nel mercato globale.

Antonio Piccirillo

Responsabile nazionale UDC settore agricolo