Nei testi di diritto costituzionale la Banca d’Italia viene giustamente definita un’autorità indipendente, in quanto “banca nazionale”, poi rinominata banca centrale, dopo l’avvento della Bce europea. La quale dovrebbe operare in uno stato di totale autonomia. Figure come Einaudi, Menichella, Carli, Ciampi hanno garantito tale ruolo per decenni. Pertanto risulta alquanto sui generis, l’interdizione al rinnovo dell’incarico, del Governatore in funzione Ignazio Visco, da parte del PD attraverso la via parlamentare. Senza contare che in una vera democrazia, essendo prossime le elezioni politiche, il mandato di un ente statale in scadenza viene nel frattempo prorogato, perché sarebbe “buona norma”, demandare al nuovo governo la procedura di nomina. Uno scenario abbastanza pretestuoso che, se finalizzato alla solita guerra per la spartizione delle “poltrone”, ha utilizzato la copertura fumogena della vicenda banche, per nascondere l’obiettivo reale. Occorre invece ribadire che i responsabili materiali e indiretti del dissesto avvenuto devono essere perseguiti e i risparmiatori risarciti nella totalità delle somme investite. La commissione d’inchiesta è stato il primo passo, un atto opportuno nel merito, anche se alquanto tardivo, ma non nel metodo, in quanto a mio avviso, era necessario affidarsi a persone che avessero competenze nella materia economica-finanziaria e non a personaggi di rilevante esperienza politica. La politica del buon senso e del servizio nei confronti della cittadinanza, è l’unica strada per sconfiggere estremismo e populismo e riavvicinare la gente.
Andrea Pasini
Segretario Regionale Udc Emilia Romagna