Giovedi incontro sul tema organizzato dall’Acli Gorizia
(DIRE) Roma, 30 nov. – Quello che sta accadendo sul disegno di legge sul fine vita recentemente approvato alla Camera, “su cui personalmente ho votato contro, e’ qualcosa di preoccupante, perche’ mette la volonta’ del paziente al centro di una visione della vita che fa si’ che lui possa chiedere tutto al medico, e che il medico sia obbligato ad esaudire in tutto la volonta’ del paziente”. Lo spiega alla DIRE Paola Binetti, deputata Udc, che critica nettamente le posizioni della maggioranza di governo sul fine vita. Il tema sara’ oggetto di un incontro in programma oggi a Gorizia, organizzato dall’Acli locale, su: ‘Fine vita. testimonianze a confronto’, a cui e’ invitata la parlamentare centrista. Secondo Binetti, c’e’ “un evidentissimo sbilanciamento tra due volonta’ e due liberta’: tutto e’ possibile al paziente, nulla al medico, se non il dire di no”. Ma se anche il medico dovesse dire di no, “la struttura ospedaliera e’ comunque obbligata a venire incontro alle esigenze del paziente”. In questo modo, avverte Binetti, il paziente puo’ chiedere di porre fine alla vita per molteplici ragioni. “Perche’ esposto a dolori intollerabili, perche si sente profondamente solo e non vuole affrontare una vita in solitudine che assume lo stato di depressione, o perche’ non trova piu’ senso alle cose che fa. Per noi, invece, il medico non puo’ allearsi con quelle che possiamo chiamare le ‘passioni tristi del paziente’, evocatrici di una morte anticipata”. Il medico deve essere comunque tenuto “ad aiutare il paziente con farmaci, laddove necessari, come gli antidepressivi o che tolgono il dolore”. La legge sulle cure palliative del 2010, “di cui ho avuto il piacere e l’onore di essere relatrice, diceva che il dolore va tolto anche ricorrendo a terapie di sedazione profonda- ricorda la deputata Udc- ma mai togliendo la vita, nemmeno tramite suicido assistito o omicidio del consenziente”. Per questo motivo, sottolinea Binetti, “la legge su questo punto e’ abbastanza ipocrita perche’ non nomina mai la parola ‘eutanasia’, ma dispone circostanze e situazioni che aprono le porte all’eutanasia. Per questo abbiamo votato contro”. Secondo la Binetti, lo sguardo con cui il medico deve inchinarsi sul paziente e’ lo sguardo “di chi lo accompagna a fine vita, senza anticiparla. Purtroppo in parlamento la legge sul fine vita sembra essere diventata la legge su come farla finire, e questo lo trovo insopportabile. Viceversa- termina- tutto quello che la medicina permette di mettere a disposizione del paziente e’ un atto dovuto, e il Ssn non dovrebbe risparmiare cure palliative o ricerca scientifica”.