(DIRE) Roma, 11 apr. – “Non e’ particolarmente originale l’iniziativa dell’associazione Luca Coscioni che sabato scorso ha indetto una prima mobilitazione in 4 piazze di 4 citta’ diverse: Milano, Roma, Firenze e Napoli, con lo scopo di spiegare la nuova legge sulle Dat e contemporaneamente autenticare il testamento di chi avesse voluto farlo. Sono stati 150 i testamenti autenticati nelle 4 citta’: una trentina per ogni piazza, non molto per la verita’. C’erano medici, infermieri, notai, operatori sanitari, sicuramente giornalisti e persone incuriosite che volevano capire un po’ meglio di cosa tratti questa legge e come potrebbe influire nella loro vita”. Lo afferma Paola Binetti, deputata dell’UDC, che continua: “Se e’ vero che secondo una recente indagine Swg, addirittura il 77% degli italiani e’ a favore della legge sulle Disposizioni anticipate di trattamento e’ necessario capire come venga posta la domanda e quali conseguenze vengano prospettate. Si parla solo di liberta’ e di autodeterminazione, o si mette in evidenza anche l’irrevocabilita’ di una scelta di morte, particolarmente insidiosa se il paziente e’ depresso o versa in condizioni di vita in cui si sente vecchio e solo e teme di essere abbandonato. La carta dei medici per il testamento biologico e’ promossa da Mario Riccio, anestesista rianimatore, medico di Piergiorgio Welby, e membro del consiglio generale dell’associazione Luca Coscioni. L’associazione intensamente voluta dai radicali e sostenuta anche come interfaccia politica, a cui fa riferimento una parte significativa del Pd, quando si affrontano temi etici”. Per Binetti “la battaglia sul testamento biologico sta assumendo sempre piu’ un carattere ideologico, che contrappone il diritto alla liberta’ al diritto alla vita. Peccato che quando il diritto alla liberta’ diventa diritto a morire, sia pure attraverso la sospensione di tutte le cure possibili, allora la stessa liberta’ viene meno, perche’ si e’ consumata tutto in un unico gesto. E’ il paradosso radicale, spingere il bisogno di autoaffermazione di una persona fino al punto in cui la persona non c’e’ piu’, e’ morta. A questo punto non ha piu’ neppure la possibilita’ di godere del suo gesto, perche’ tutta la sua esistenza si consuma nel gesto di morte e per loro oltre la morte non c’e’ proprio nulla, neppure la capacita’ di interrogarsi sul senso delle proprie scelte, dal momento che negano ogni forma di trascendenza. Stupisce percio’ l’accanimento con cui invitano a scaricare il modulo del testamento dal loro sito in una forma di anonimato della morte, dal vago sapore democratico; un modulo uguale per tutti perche’ tanto la morte rende tutti uguali, soprattutto quando non c’e’ ne’ fede ne’ speranza in qualcosa che ci attenda dopo per giudicarci o meglio ancora per accoglierci con un abbraccio benedicente”.
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