Biotestamento: Binetti (Udc), norme generiche e sbilanciate

(9Colonne) Roma, 20 apr – “Si tratta di una legge sbilanciata che si presta ad un uso giuridicamente indifendibile, velleitario e manipolatorio”. Così Paola BINETTI, deputata Udc, in una intervista al Messaggero, sulla legge sul biotestamento”. E spiega le tre ragioni del suo no: “La prima è che questa legge sbilancia la relazione fra medico e paziente totalmente a favore del secondo. In pratica il paziente può chiedere tutto, anche la fine della nutrizione mentre al medico si chiede di soddisfare le richieste dell’assistito senza poter far valere la sua competenza, persino se le richieste confliggono con le buone pratiche. Il medico si può solo defilare ma non può rappresentare una posizione diversa”. Secondo: “Lo squilibrio medico-paziente andrebbe ad impattare sulle moltissime strutture sanitarie di ispirazione cattolica. Io considero questa ipotesi una sciagura nel senso che nella sanità italiana c’è una fortissima radice religiosa che risale a moltissimi anni fa e che, in particolare a Roma, è ancora visibile perché vicino a molte Chiese c’erano dei piccoli ospedali che servivano essenzialmente ad assistere la povera gente quando si faceva male sul lavoro oppure quando doveva partorire. Questa tradizione è viva. Ma mi chiedo perché mai qualcuno dovrebbe sostenere la rete di strutture sanitarie con aiuti e donazioni: per facilitare l’eutanasia oppure per sostenere sfide mediche e di ricerca di alto profilo?”. Terzo: troppa “genericità Non c’è un limite chiaro alla mancanza di capacità di intendere e di volere. La decisione sulla vita e sulla morte è lasciata a circostanze che possono essere molto labili. In questo c’è davvero troppa leggerezza”.