Roma, 28 mar. – “I parlamentari dell’UDC non sono stati coinvolti nell’accordo che ha di fatto strangolato la discussione in aula sulle cosiddette ‘Dichiarazioni Anticipate di Trattamento’ (cioe’ sulla introduzione nell’ordinamento giuridico italiano della eutanasia sotto falso nome) e non lo condividono. Si tratta di un provvedimento che tratta di diritti fondamentali, della vita e della morte delle persone. Si tratta di un diritto costituzionalmente protetto, anzi del principio e’ della fonte di tutti i diritti: il diritto alla vita. Tutti gli altri diritti vengono dopo il diritto alla vita e lo presuppongono”. È quanto dichiara in una nota Rocco Buttiglione, presidente componente UDC alla Camera dei deputati. Proprio per questa ragione- aggiunge Buttiglione- il regolamento vieta di ridurre i tempi della discussione a meno che si travalichino il limite di un mese. L’accordo raggiunto fra la maggioranza ed alcuni gruppi di opposizione aggira la previsione regolamentare: fa iniziare la discussione nel mese di marzo per sospenderla immediatamente e rimandarla al mese successivo, privando i deputati che vogliono difendere le ragioni della vita della possibilita’ di esporre le proprie ragioni e di tentare di convincere i loro colleghi. C’e’ in questo un certo disprezzo della istituzione parlamentare. Loro pensano che le decisioni vere si prendono altrove ed in questo caso i potenti di questo mondo hanno gia’ deciso per l’eutanasia ed il Parlamento deve solo ratificarla senza perdere tempo a discuterla o a cercare di modificarla. C’e’ anche una certa consapevolezza della debolezza delle proprie ragioni che non si vogliono esporre ad un vero dibattito in aula”. “Noi- conclude Buttiglione- non accettiamo questo accordo e questa forzatura e li denunciamo agli elettori ed alla pubblica opinione”.