Bolkestein: Binetti (Udc), dibattito in aula rivela preoccupazioni profonde

(DIRE) Roma, 13 set. – “Alla ripresa del dibattito parlamentare in Aula si nota un’atmosfera che ben poco ha a che vedere con il clima di ottimismo di cui parlano i telegiornali e di cui molti comuni cittadini dubitano, con una certa concreta aderenza alla realta’. Un esempio concreto e’ quello del dibattito sulle diverse mozioni presentate in merito alla cosiddetta direttiva Bolkestein. Se si potessero sintetizzare gli interventi dei relatori di maggioranza e opposizione, sia pure con diversi toni e accenti emergerebbe subito la grande preoccupazione per la tutela dei posti di lavoro, con uno sguardo aperto all’Europa, ma anche con un’ansia concreta verso temi gravi come la disoccupazione italiana e la disoccupazione giovanile in particolare”. Lo afferma l’onorevole Paola BINETTI, UDC, che continua. Il recepimento della direttiva Bolkestein nel nostro ordinamento con particolare riferimento alle attivita’ commerciali, prosegue, “incontra ancora forti resistenze a livello regionale/locale nel favorire – li’ dove non vi siano limiti ambientali, culturali o della sicurezza pubblica – l’impulso comunitario diretto all’affermazione della liberta’ del mercato e nel mercato. Per alcuni si tratta di resistenze non incomprensibili in un momento di estrema difficolta’ sociale ed economica per il contesto italiano. Ma in un Paese a forte vocazione turistica come l’Italia le nostre guide turistiche corrono il rischio di non vedere piu’ riconosciuta la loro qualificazione professionale, proprio a seguito del processo di revisione della direttiva Bolkestein”. La guida turistica, secondo BINETTI, “e’ per definizione specializzata nell’illustrazione del patrimonio di un territorio. Le conoscenze e competenze acquisite nel Paese di origine non sono automaticamente trasferibili in un altro Paese. La guida turistica di fatto sembra l’unica professione che, perdendo la competenza territoriale, perde anche la sua competenza specifica. Tutto il dibattito si e’ snodato su di un doppio binario: da un lato l’apertura ad accogliere professionalita’ diverse provenienti dagli altri Paesi, dall’altro l’urgenza di salvaguardare una cultura specifica, ma anche un posto di lavoro, in un momento che resta altamente critico. Le tensioni che si creano tra un atteggiamento di apertura internazionale e la tutela di interessi locali, quando non strettamente personali, ogni volta che si parla dell’applicazione della direttiva Bolkestein nei vari contesti territoriali italiani, nascono certamente dal bisogno di tutelare interessi economici concreti, ma acquistano una loro drammaticita’ piu’ vistosa quando entra in gioco la lotta per il posto di lavoro”. Discutere le mozioni senza attivare nuove opportunita’ di lavoro “puo’ essere un boomerang- avverte BINETTI- che mentre rende piu’ difficile una sorta di immigrazione qualificata e competente, dall’altro mette in difficolta’ soprattutto quei giovani italiani che da anni aspettano l’opportunita’ di mettere in gioco le loro competenze e temono di essere scavalcati dai cosiddetti stranieri, che a questo punto guardano con ostilita’ e diffidenza”, conclude.