Centro: Binetti (Udc), ricostruire unità dopo frammentazione dei partiti

(DIRE) Roma, 15 set. – “Sara’ ricordato come uno dei paradossi della XVII legislatura, attraversata inizialmente da una vera e propria volonta’ di moltiplicazione all’interno dei partiti originari, e’ ora disperatamente alla ricerca di possibilita’ di ricomposizione. Un forte bisogno identitario all’inizio ha creato delle sacche di insofferenza nei vari partiti, dal Pd a al PdL, passando per Scelta civica, che ha fatto delle possibili correnti in ciascuno di loro dei soggetti autonomi, fin troppo spesso in chiave conflittuale. Compreso il M5S che solo in apparenza e’ apparso monolitico, ma le cui tensioni sono ogni giorno piu’ vistose, da quella per la leadership del futuro premier, a quella genovese o a quella piu’ attuale tutta siciliana. Veti e divieti, manovre sottobanco per una alternanza soft e lotte aperte per il controllo del partito, sono state uno degli aspetti piu’ caratteristici di questa legislatura, che si trova a misurarsi con tutte le ambiguita’ di una legge elettorale che nessuna sa se ci sara’, come sara’ e quali scenari aprira’”. Lo afferma l’onorevole Paola BINETTI, UDC. “Ovviamente e’ soprattutto dall’area di Centro che cerco di capire quali saranno le ricomposizioni possibili- continua BINETTI- non solo per superare la famosa soglia del 3%, ma per poter governare dal prossimo marzo in poi con un soggetto politico forte e coeso, capace di anteporre i problemi del Paese alle proprie smanie per il potere. Cattolica convinta come sono, faccio mie le parole di papa Francesco, non stiamo cercando di formare un nuovo partito cattolico, ma vorremmo far convergere in un soggetto plurale tutti coloro che si riconoscono in questo invito pressante: Di fronte alla cultura della illegalita’, della corruzione e dello scontro, voi siete chiamati a dedicarvi al bene comune, anche mediante quel servizio alle gente che si identifica nella politica. Essa, come affermava il beato Paolo VI, e’ la forma piu’ alta ed esigente della carita’. Se i cristiani si disimpegnassero dall’impegno diretto nella politica- termina la deputata Udc- sarebbe tradire la missione dei fedeli laici, chiamati ad essere sale e luce nel mondo anche attraverso questa modalita’ di presenza. La politica e’ il martirio quotidiano di cercare il bene comune senza lasciarti corrompere. Su questo forte nucleo tematico l’area di centro puo’ e deve crescere senza preclusioni e senza discriminazioni con una apertura che tanto dice delle nostre radici e delle nostre responsabilita’”. (Com/Sor/ Dire)