Chiesa: Binetti (Udc), nuove criticità e nuovi modelli di collaborazione

(DIRE) Roma, 2 ott. – “In senato stamattina un convegno quanto mai opportuno per riflettere sulla situazione che stiamo vivendo tra Stato e Chiesa. Il tema e’ la Breccia di Porta Pia a 150 anni dall’evento storico che porto’ Roma ad essere capitale d’Italia. Libera chiesa in libero stato: una bella affermazione scaturita dal pensiero cattolico e liberale. Una realta’ affermata nei principi ma a volte tradita dai fatti. Una sorta di sottile discriminazione nei confronti dei cattolici, spesso ritenuti non idonei ad assumere determinate responsabilita’, nonostante le loro indiscusse competenze, per il solo fatto di essere cattolici. E tutt’al piu’ incalzati a mettere da parte la loro fede e le loro convinzioni, per poter accedere a determinati ruoli. Una mistificazione che dura ancora oggi quando si parla di scuola paritaria, come abbiamo visto in queste ultime settimane. Una mistificazione che corrode in profondita’ scelte di valore importanti come sono i famosi valori considerati fino a poco tempo fa non negoziabili. Un approccio che considera i cattolici come interlocutori credibili se si tratta di politiche sociali, di welfare, di opere di misericordia. Ma una situazione che si ribalta se si tratta di tutela della vita e della famiglia. Oppure se si parla di tutela del patrimonio artistico delle chiese, ormai fin troppo spesso chiuse o lasciate ad un abbandono progressivo.” Lo afferma la senatrice Paola BINETTI, UDC, da sempre impegnata nella tutela dei valori che piu’ profondamente si ispirano alla visione cattolica della nostra societa’. Continua BINETTI: “Ricomporre una frattura nella deriva laicistica che fin troppo spesso la nostra societa’ sta assumendo e’ forse la maggiore responsabilita’ che compete ai cattolici impegnati nel mondo della politica e della Cultura. Basta pensare all’equivoco con cui nei confronti dei giovani si abusa di un assistenzialismo di maniera, come il reddito di cittadinanza, privandoli del diritto a mettere in gioco i loro talenti, in una prospettiva umana e tutta evangelica. Oppure alle politiche per i migranti in cui tutto sembra risolversi e fermarsi all’inclusione e all’accoglienza, senza tener conto dell’obbligo grave di favorire un pieno sviluppo delle loro capacita’ e responsabilita’. Oggi servono nuove forme di sintesi tra il pensiero liberale e il pensiero cattolico, con nuovi modelli di integrazione tra fede e cultura, tra giustizia e misericordia”, conclude la senatrice.