Def: De Mita (Udc), manovra che non consente salto di qualita’

Roma – «Dopo l’audizione di Padoan alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato si rafforza la sensazione di un Def di transizione che rinvia i nodi principali sulla situazione sociale ed economica. In sostanza, ci si aggancia alle previsioni generali di tiepido ottimismo senza un vero salto di qualità che assuma l’analisi sulle ragioni della crisi strutturale». Lo dichiara Giuseppe De Mita (UDC), componente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.
«Resta – aggiunge De Mita – un’enfasi sulla crescita ma senza misure originali che puntino sulla innovazione dei fattori produttivi oltre che sul recupero di produttività. Mancano misure e risorse serie sul riequilibrio della ricchezza e sulle povertà. Pur apprezzando la filosofia del reddito di inclusione e l’inserimento di primi misuratori del benessere sociale, tuttavia permane una sproporzione che tradisce le priorità dichiarate: vengono infatti appostati nel Def circa 2 miliardi di euro sulle povertà per garantire l’effettività di diritti non tutelati, mentre restano i 10 miliardi di euro per il “nuovo diritto” degli 80 euro che non ha alla base un’idea di giustizia sociale. E’ evidente, perciò, che esiste ancora una oggettiva difficoltà ad affermare una idea nuova e razionale di organizzazione dello Stato sociale».