(ANSA) – ROMA, 18 GEN – “Una delle cose che tutti i malati chiedono sempre con urgenza e con insistenza è quella di essere liberati dal dolore: Dottore non mi faccia soffrire, non ne posso più. A tal punto che il dolore, insieme ad un profondo senso di solitudine e di depressione, può diventare una delle cause di richiesta di eutanasia”. Lo afferma in una nota Paola Binetti, deputato di Area popolare (Ncd- Udc). “Il sintomo dolore – prosegue – è uno di quelli che compromettono maggiormente la qualità di vita dei pazienti, ben venga quindi una ricerca attiva in tal senso e una forte mobilitazione di ricercatori a tanti livelli diversi sia esso farmacologico o psicologico”. “In Francia – spiega Binetti – è morto ieri un paziente che aveva accettato di partecipare alla sperimentazione di un farmaco anti-dolorifico, derivato dalla cannabis, siglato Bia 10-2474. I test avrebbero dovuto accertare le proprietà antidolorifiche del farmaco alla cannabis assunto per via orale, il dosaggio tollerato dall’organismo umano ed eventuali effetti collaterali, ma le cose sono disgraziatamente andate in modo decisamente diverso e, ovviamente, è stata sospesa immediatamente la sperimentazione del farmaco alla cannabis”. “Anche in Italia il dibattito sull’uso terapeutico della cannabis è al centro dell’attenzione – conclude – e suscita molte speranze in pazienti che davanti al dolore non riescono a trovare terapie adeguate, i fatti francesi mostrano come sia indispensabile grande prudenza prima di introdurre nuovi farmaci nella sperimentazione sull’uomo. Il principio di precauzione deve indurre a mantenere un forte senso di responsabilità, prima di esporre vite umane ad un rischio che la sperimentazione dovrebbe ridurre a zero. Rimaniamo in attesa delle dovute spiegazioni da parte dell’azienda che ha condotto la sperimentazione così da evitare il ripetersi di simili tragedie”.