(DIRE) Roma, 9 lug. – “La vicenda del Forteto e’ davvero inquietante per tutti coloro che hanno a cuore la sorte di bambini che hanno storie personali e familiari drammatiche per l’intensita’ della sofferenza vissuta gia’ nei primissimi anni di vita di questi bambini”. Questo il commento di Paola Binetti, deputato di Area Popolare. “E’ una infanzia violata, umiliata e sradicata dal proprio contesto familiare e sociale- aggiunge- che viene esposta ad un ennesimo bombardamento di colpi che, oggi, finalmente la magistratura denuncia con energia e determinazione, condannandone i colpevoli, da anni dirigenti della struttura in questione. E’ una condanna che arriva dopo 35 anni dalla prima denuncia- spiega Binetti- quella fatta dall’allora magistrato Carlo Casini, che con l’onesta’ personale e la competenza professionale che da sempre lo hanno contraddistinto, denunciava gli orrori che si compivano al Forteto, ai danni di bambini fragili sul piano fisico ed emotivo, bambini maltrattati che avrebbero meritato ben altro trattamento”.(
Dal Forteto, continua Binetti, “deve giungere una lezione molto forte per fare luce su tutto il mondo degli affidi e delle case famiglia. Certamente ce ne sono di eccellenti, ma ci sono anche luoghi come Il Forteto, e non solo il Forteto, che sono luoghi dell’orrore, in cui i bambini vengono trattenuti senza vera necessita’, sottoponendoli ad abusi di vario tipo, a cominciare da quello dell’allontanamento dalla famiglia sulla base di diagnosi inesistenti come quella di alienazione parentale, Pas. E’ lecito immaginare che ci siano anche ‘altri’ interessi che trattengono spesso questi bambini in contesti che, sono per loro natura segreganti e il Forteto ci aiuta a capirne la intrinseca pericolosita’”. Binetti conclude: “Ho presentato varie interrogazioni e interpellanze al ministro della giustizia, ottenendone risposte del tutto inadeguate e tendenti a negare il problema, e davanti alle mie insistenze spesso non ho piu’ avuto risposte.Ho anche proposto una indagine conoscitiva su questo tema, ma le commissioni di merito, affari sociali, giustizia e la stessa bilaterale dell’infanzia stentano a prendere sul serio questo problema che e’ davvero drammatico e sul quale occorre con urgenza fare chiarezza. Sono tali gli abusi, i reati stessi, che non si capisce come si possa tollerare un silenzio complice”