Roma, 1 apr. (askanews) – “Una sentenza della Corte costituzionale, la n. 56, pubblicata ieri afferma che sono legittime le restrizioni all’attività di organizzazione e gestione dei giochi pubblici affidati in concessione. La motivazione della sentenza è limpida e cristallina: si tratta di garantire un elevato livello di tutela dei consumatori davanti ai rischi connessi a questo settore”. E’ quanto afferma la deputata di Area Popolare Paola Binetti, relatrice del ddl che vuole prevenire e tutelare i giocatori affetti da grave dipendenza dal gioco d’azzardo. “La sentenza – spiega Binetti – sottolinea non solo la necessità di contrastare la diffusione del gioco irregolare o illegale in Italia, ma di tutelare la sicurezza dei consumatori, specialmente se minori d’età; le restrizioni imposte dalla sentenza puntano anche alla lotta contro le infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore. Con questa sentenza la Corte costituzionale dichiara infondata la questione di legittimità costituzionale promossa dal Consiglio di Stato e respinge il ricorso della società B Plus Giocolegale contro alcune norme contenute nella legge n.220 del 13 dicembre 2010 (Legge di stabilità 2011). Il concessionario contestava una serie di obblighi di periodica comunicazione all’Aams di informazioni e dati contabili, ma soprattutto rifiutava di adottare strumenti necessari per escludere i minori dall’accesso al gioco. Il vecchio concessionario si riteneva danneggiato dalla norma e si appellandosi agli articoli 3, 41 e 42 della Costituzione”. “Mentre il MEF nella Delega fiscale affronta con eccessiva timidezza gli aspetti restrittivi della pubblicità e la tutela dei minori, questa sentenza – prosegue Binetti – restituisce al dibattito avvenuto nella commissione Affari sociali tutta la sua forza propositiva e preventiva. L’approccio puramente economico, ancorché peggiorativo per il concessionario, non può far passare in secondo piano l’obbligo di tutela per i consumatori, soprattutto se minori. Gli interessi privati dei concessionari non possono ledere gli interessi della salute pubblica. Affermazioni molto importanti – conclude la parlamentare di Ap – soprattutto in vista della prossima e tanto attesa e necessaria riforma del settore”.