Giochi: Binetti (Udc), no all’azzardo di Stato

(DIRE) Roma, 19 set. – “Quando si parla di giochi, comunque se ne parli: contro o a favore, il livello di attenzione si alza immediatamente e assistiamo al classico schieramento che contrappone quanti negano il problema da quanti invece avanzano forti perplessita’ sulla dilatazione del gioco di stato a spese dei contribuenti. Perche’ questo e’ il primo passaggio da far notare a chi, volendo difendere strenuamente il gioco e la sua disseminazione sul territorio, ignora l’anomalia che fa coincidere nello stesso Ente: i Monopoli di Stato, sia colui che rilascia le concessioni, che colui che incassa entrate tra le piu’ rilevanti in assoluto e infine colui che dovrebbe controllare un mercato dai risvolti problematici. Ed e’ questo che rende difficile, ai limiti della impossibilita’, tutelare i cittadini, a cominciare dalle fasce piu’ fragili e piu’ esposte al pensiero magico della vincita facile. Si dice che la Ludopatia e’ solo all’ottavo posto tra le varie dipendenze, ma si dimentica che si tratta di dipendenze che si intrecciano strettamente tra di loro, rafforzando gli effetti negativi. Si fuma mentre si gioca e ancor piu’ mentre si gioca on line. E’ difficile separare la dipendenza dal gioco on line dalla contestuale dipendenza da internet. Occupare solo l’ottavo posto per una dipendenza creata, alimentata e mantenuta dallo stesso Stato non e’ una scusante, ma una vera e propria aggravante per chi si mostra cieco e sordo davanti alla grave responsabilita’ di prevenire il disagio psico-fisico a qualsiasi livello si manifesti.” Lo afferma l’onorevole Paola Binetti (Udc), che continua: “Non si capirebbe altrimenti perche’ ci siano tante resistenze a dire un no chiaro e tondo alla pubblicita’, soprattutto a quella che arriva via web, e perche’ si proteggano tanto le vlt a scapito delle piu’ comuni macchinette da bar. Sappiamo bene che e’ giocando con le vlt che si moltiplicheranno i rischi per le famiglie italiane, a cominciare dall’entita’ delle perdite, a cui probabilmente i giocatori cercheranno di porre rimedio ricorrendo all’usura. E’ vero che si muore piu’ facilmente per altri tipi di vecchie dipendenze, come il fumo e l’alcol, o di nuove dipendenze come le droghe o il telefonino usato mentre si guida. Ma e’ proprio la lenta cronicizzazione della ludopatia che la renderebbe curabile, se fosse possibile interrompere il circolo vizioso che lega il giocatore al gioco. In realta’ accade il contrario e l’offerta di gioco si fa sempre piu’ creativa e fantasiosa, pone tutti i mezzi per fidelizzare il cliente e ignora un criterio basilare: il gioco smette di essere un gioco quando si trasforma in dipendenza. Allora e’ gia’ diventato una droga”.