La senatrice Binetti “Cari cattolici non è un attacco alla famiglia” di Giovanna Casadlo
«Ce la faremo finalmente a fare una legge sul doppio cognome dopo la sentenza della Consulta: per me, cattolica, è il modo per sottolineare il senso della famiglia».
Paola Binetti, Opus Dei, senatrice Udc-Fi, neuropsichiatra, ha ripresentato un disegno di legge sul doppio cognome. Binetti, lei è quindi d’accordo sul doppio cognome per ¡figli?
«Si, senz’altro. Ho presentato un disegno di legge anche nella passata legislatura, affinchè una figlia o un figlio nel cognome mantengano traccia sia della madre che del padre. È il modo per sottolineare il senso della famiglia».
Lei non ha figli, ma ha fatto sua questa battaglia?
«Non ho figli, ma sono figlia. Ho fatto i conti con la storia, le tradizioni, la cultura di mia madre romana e di mio padre pugliese. E ricomo che tutto è passato attraverso la ricerca del punto di incontro tra due tradizioni. Sono convinta che i miei nipoti e i miei pronipoti abbiano diritto ai due cognomi».
Lei come si sarebbe chiamata? «Binetti Capecchi. Capecchi è il cognome di mia madre».
Nel mondo cattolico e a destra, ad esempio il senatore leghista Pillon, non vogliono saperne della riforma del doppio cognome: temono che sia un colpo alla famiglia tradizionale.
«Secondo me sarà vero il contrario. Agli amici cattolici, da cattolica, ricordo che nella cattolicissima Spagna vige il doppio cognome».
È però un colpo a una cultura patriarcale? «Se alle femministe fa piacere pensarla così, lo dicano pure. Per me è il riconoscimento del diritto di tutti e del bambino in particolare».
Ci sono molti nodi da sciogliere in commissione Giustizia dove è cominciata la discussione, dopo il naufragio della legge proprio al Senato nella passata legislatura.
«Penso che ce la faremo. È nato un intergruppo che va dalla dem Valeria Fedeli alla 5S Alessandra Maiorino a Loredana De Petris di Leu. Sui nodi: se c’è un conflitto tra genitori decida il giudice, i figli devono avere lo stesso ordine di Cognomi».
