Antonio Saccone (Udc): «Con Salvini stiamo lavorando a un incremento di 100 euro»
«È impensabile che in una manovra da 30 miliardi i disabili vengano dimenticati. Se il governo è davvero “inclusivo” dal punto di vista sociale, su questo ci aspettiamo iniziative chiare».
Antonio Saccone, senatore Udc, dice a Libero: «Su alcuni temi questo governo ha un atteggiamento che fatichiamo a comprendere. La stretta sul superbonus, strumento che aveva riscosso grande successo, rischia di bloccare un settore trainante come quello dell’edilizia. E poi c’è questo gap sugli assegni dei disabili, su cui stiamo lavorando con Matteo Salvini e la Lega. Poco più di 280 euro per chi ha una invalidità tra il 74 e il 99% non è dignitoso».
Qual è il piano, senatore?
«Serve conferire allo scopo circa 800 milioni, per poter aumentare l’assegno di 80-100 euro. Le dico anche che in realtà avremmo voluto 150,ma per essere il più realisti possibile abbassiamo l’asticella. Ci rendiamo conto che la coperta è corta, ma non ci si può voltare dall’altra parte».
Peraltro, sul punto c’è anche un recentissimo messaggio dell’Inps che, recependo un’interpretazione normativa della Cassazione, ha stabilito che quegli invalidi che lavorano non hanno diritto all’assegno.
«Altra enormità da superare, ma su questo punto mi pare che il governo abbia già assicurato un intervento. Confidiamo sia davvero così».
Tornando all’aumento dell’assegno. 800 milioni da dove si tirano fuori?
«In una manovra da 30 miliardi si potrebbe anche ricavare una posta. Ma noi possiamo benissimo dire che 400-500 milioni potrebbero essere spostati dalle risorse dedicate al reddito di cittadinanza, che di suo impiega circa 8 miliardi l’anno ed è destinato persino ad aumentare. Uno strumento le cui criticità sono innegabili».
Su questo, però, si rischia lo scontro.
«E perché? Voglio essere il più ecumenico possibile, e riconosco che la misura sulla parte del contrasto alla povertà ha funzionato. A questo punto, però, avremmo potuto potenziare il reddito di emergenza».
Per il resto, però, un disastro.
«Appunto. Sul pilastro delle politiche attive, la ricerca del lavoro, ha fallito totalmente. Non hanno funzionato l’impiego dei navigator, l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Per non parlare poi delle truffe ed irregolarità, ogni giorno assistiamo a dei casi di cronaca di percezioni illegali. Peraltro, il governo ha già predisposto controlli più serrati ed ha ristretto le maglie delle condizioni per l’assegnazione del beneficio. Dunque non è un tabù togliere una parte dei fondi e destinarli a chi veramente non ha di che vivere».
Come si svolgerà la vostra iniziativa? Presenterete gli emendamenti?
«La manovra è stata appena bollinata e trasmessa al Senato. Durante la fase di audizioni avremo più chiare le intenzioni del governo su questo punto, e da lì capiremo quali iniziative assumere. Mi auguro che questo impegno riscuota un sostegno trasversale».
Libero del 14 Novembre 2021 – Intervista di Pietro De Leo
