Legge Bilancio: Binetti (Udc), assenti politiche efficaci per la famiglia

(DIRE) Roma, 2 nov. – “Su Famiglia e pensioni, vera criticita’ dell’attuale legge di bilancio, si concentrano gli strali di tutte le forze politiche non assimilate al Pd. Tutti: M5S compreso. Di Maio promette: se vinciamo noi, sostegno a chi ha figli. A lui e a tutti gli altri rispondiamo: e se vinciamo noi, il buon vecchio UDC, promettiamo vere politiche per la famiglia, di cui sono parte integrante le politiche a sostegno della maternita’ e piu’ in concreto a sostegno delle famiglie numerose. Ma le politiche per la famiglia includono altri due passaggi chiave, che sembrano sfuggire ai piu’: politiche per i giovani, per il loro concreto e positivo inserimento professionale, perche’ possano essere messi in condizione di far famiglia, e politiche per l’assistenza agli anziani, ai malati e ai disabili”. Lo afferma Paola Binetti, deputata UDC, che continua: “Come dire: possibilita’ che le donne vadano in pensione all’eta’ giusta, quella necessaria a farsi carico di genitori e suoceri anziani. Perche’ quando la famiglia non puo’ rispondere in maniera dignitosa alle necessita’ degli anziani, il sistema di welfare sociale appare del tutto inadeguato, e le famiglie si trovano davanti al lievitare di costi dell’assistenza socio-sanitaria incomprimibili”. Per Binetti “questa legge di bilancio e’ costruita su infinite alchimie di indubbio sapore elettorale, ma trascura pesantemente proprio i nuclei familiari, considerati come rete positiva di legami affettivi, a cui corrispondono responsabilita’ effettive. Riflette un individualismo autoreferenziale, che conferma la percezione avuta durante tutta la legislatura, che il modello familiare dominante e’ quello a legami liquidi, in cui nessuno e’ davvero responsabile degli altri nella relazione di cura reciproca. Famiglie tanto light da sollecitare ognuno ad autogarantirsi”. Per questo, osserva la centrista, “generare figli appare come una scommessa sul futuro ad elevatissimo tasso di rischio; e il futuro appare piu’ sicuro solo se lo si vincola ad una qualche assicurazione personale privata sul piano socio-sanitario. Posticipare le pensioni significa comprimere quel tempo di cura che da sempre le donne, ma anche gli uomini talvolta, dedicano alla cura dei propri anziani, in un momento in cui i figli potrebbero essere sufficientemente autonomi sul piano economico e personale, se avessero trovato una vera stabilita’ professionale”. La parlamentare Udc continua: “Limitare il ricambio professionale trattenendo in servizio molti, che pure andrebbero volentieri in pensione, significa non consentire l’ingresso in servizio a persone giovani, colte e preparate, che stanno facendo la fila per entrare nel mondo del lavoro da molti anni. Eppure rappresenterebbero il volano naturale dell’innovazione tecnologica ed organizzativa anche per la pubblica amministrazione. Chissa’ che il Governo non ci ripensi! Noi intanto abbiamo presentato i nostri emendamenti in tal senso”.