Legge Bilancio: Binetti (Udc) non soddisfa famiglie, giovani e anziani

(DIRE) Roma, 31 ott. – “Siamo davvero ai preliminari con la nuova legge di Bilancio, ma ci sono almeno tre cose che vorremmo cambiare da subito e sulle quali quindi si concentreranno i nostri emendamenti. Prima tra tutte la famiglia: al di la’ delle promesse di stampo pre-elettorale ci sembra che abbia fatto un bel passo indietro rispetto alla precedente. Nessuna attenzione ne’ alla maternita’ ne’ alle famiglie numerose, ne’ al primo inserimento dei bambini tra nido ed asilo. Il che equivale a dire che le politiche familiari e gli incentivi demografici sono stati archiviati, in flagrante contraddizione con le promesse dell’anno scorso e con quanto contenuto nel DEF, recentemente approvato”. Lo afferma l’onorevole Paola Binetti, UDC. “Forse- continua Binetti- e’ l’ennesimo esempio di un trasformismo programmatico che rincorre il consenso elettorale di alcune categorie, tra cui pero’ non sono incluse le famiglie con le loro necessita’ reali. Ma non ci piace neppure la grave dimenticanza tra le politiche sanitarie di tutto quanto si riferisce alle malattie croniche, all’invecchiamento, alla disabilita’. Anche qui il silenzio e’ stridente: tutta la concentrazione e’ sui malati acuti, sui farmaci innovativi; ma si dimenticano anziani e malati cronici, sottraendo loro le risorse indispensabili per la loro qualita’ di vita”. L’attuale manovra “si pone sulla scia del costante e imponente definanziamento della spesa sanitaria in Italia, sia in rapporto al PIL sia, soprattutto, come spesa pro-capite. Siamo sotto la media OCSE e in Europa ben 14 paesi investono piu’ dell’Italia. Tra i paesi del G7- ricorda Binetti- siamo fanalino di coda per spesa totale e per spesa pubblica, ma secondi per spesa out-of-pocket, segnale inequivocabile che la politica ha scaricato sui cittadini una consistente quota di spesa pubblica. Il terzo aspetto che non convince riguarda i giovani e il loro inserimento nel mondo del lavoro. Se non facciamo entrare i giovani nel mercato del lavoro, come possiamo pretendere che le imprese innovino? Un mondo del lavoro senza giovani e’ un mondo senza creativita’, energia e gioia. Il mondo giovanile in Italia ha un indice di disoccupazione tra i piu’ alti d’Europa e oltre la soglia dei 30 anni si concentrano, tra gli altri i medici neo specializzati; i laureati con dottorato di ricerca; gli aspiranti professionisti con Master qualificanti: tutti, ma proprio tutti, in attesa di un lavoro che sembra non arrivare mai e che li obbliga, se ci riescono, a ricollocarsi in settori meno strategici e meno coerenti con la formazione raggiunta. In sintesi- termina Binetti- si ha l’impressione che le singole scelte siano interventi di breve periodo e non invece strutturali”.