Legge Elettorale: Binetti (Udc), Renzi vuole potere nominare capilista

L. ELETTORALE. BINETTI (UDC): RENZI VUOLE POTERE NOMINARE CAPILISTA (DIRE) Roma, 10 ago. – “Quella costante tendenza a dividere, a contrapporre, a mettere l’uno contro l’altro, e’ la grande malattia della politica che ha portato alla disfatta del centro destra ad inizio legislatura e sta ora distruggendo il centro sinistra. Non c’e’ giorno che nel Pd non appaiano nuove contraddizioni”. Lo afferma l’onorevole Paola BINETTI, dell’Udc. “Dopo la spaccatura che ha dato vita al nuovo partito che fa capo a Bersani e Speranza, ogni giorno si alza il vento di nuove correnti: tra Renzi ed Emiliano; tra Renzi ed Orlando, ma anche tra Renzi e Padoan; tra Renzi e Minniti, tra Renzi e Del Rio. Niente sembra piu’ capace di stare in piedi seriamente e genera nuove interpretazioni sulle possibili evoluzioni della legge elettorale. Il premio di maggioranza alla coalizione sta a cuore soprattutto nel centro-destra, dove, a scissioni gia’ avvenute, si cercano escamotage tattici per rimettere insieme una squadra forte e addirittura con buone possibilita’ di vittoria. Ma a Renzi- sottolinea- sembra che interessi soprattutto il potere di nominare i capilista, per cui tiene moltissimo a blindarli. E’ la sua ultima opportunita’ di presentarsi in parlamento con una squadra di fedelissimi che rispondono soprattutto, o meglio ancora, solo a lui. Per il M5s in realta’ e’ preferibile puntare su di un premio al partito, che sperano ancora di vincere loro lucrando sulle divisioni degli altri. E cosi’ probabilmente finira’ alla fin fine e restera’ l’attuale legge elettorale, con le correzioni proposte dalla Corte, nulla di piu’ e nulla di meno”. BINETTI continua: “I veri problemi in realta’ sono due: come restituire linfa vitale alla vasta area del centro-destra per andare oltre le schermaglie quotidiane, che negano oggi quello che e’ stato affermato ieri e non offrono nessuna garanzia per quello che potrebbe accadere domani. La tensione Alfano- Berlusconi sembra ogni giorno di piu’ rientrare in vista di una concreta possibilita’ di vittoria elettorale, che agganci progressivamente le altre correnti e ricrei quell’unico grande centro che in 70 anni di storia repubblicana e’ l’unico che e’ riuscito a fare riforme serie e durature, senza scardinare l’asse valoriale che sostiene l’intero Paese. A cominciare dalla Famiglia, dalla attenzione alle politiche demografiche, al patto intergenerazionale e alla promozione dei giovani, spinti fuori casa con concrete proposte di lavoro, a cui seguiva la possibilita’ di avere una casa e quindi di poter mettere su famiglia. Fin troppo tardi arriva la proposta del governo di dare vita ad una sorta di stati generali della famiglia per la fine di settembre. Arriva a ridosso della legge di bilancio, ultima di questa legislatura, e forse e’ anche possibile che contenga qualche gesto di attenzione. Ma non possiamo dimenticare il silenzio con cui il Pd ha ignorato le ripetute richieste che il mondo delle famiglie ha piu’ volte avanzato; estenuanti le trattative con cui l’ex ministro della famiglia ha visto naufragare proposte di tipo strutturale, per porre un freno all’inverno demografico del Paese. Sono rimasti in piedi solo i famosi bonus bebe’, tanto vituperati dalla sinistra quando il governo di centro destra li lancio’ per la prima volta. Non e’ in ballo solo la legge elettorale, ma la vera forma Paese che si intende imprimere al prossimo governo nella prossima legislatura, ormai tra meno di sei mesi. E nella forma Paese la vera domanda riguarda il senso stesso della famiglia che si vuol promuovere; capire se si preferiscono legami liquida ad alta facilita’ di scioglimento, vedi legge sul divorzio breve o quella sulle unioni di fatto. Capire se si vuole concentrare gli investimenti sulle banche, nonostante gli scandali che si sono accumulati, oppure se si vuole investire di piu’, anche sotto il profilo economico, sulla famiglia, i cui risparmi privati sono stati dispersi da una pessima gestione delle stesse banche. Pensando alla legge elettorale, in definitiva, occorre pensare anche alla famiglia che da quella legge potrebbe scaturire”.