Migranti: Binetti (Udc), c’è anche il diritto al lavoro, non creiamo muro

(DIRE) Roma, 12 ago. – “In tema di immigrazione puo’ essere molto interessante vedere cosa accade in quei contesti in cui sussiste una certa pacifica deregulation e le persone cercano soluzioni evidentemente transitorie, ma utili per se e per gli altri. E’ accaduto in questi giorni ai Castelli Romani, un’area molto vasta, in cui la popolazione in estate raddoppia, facilmente e nei fine settimana si triplica addirittura. C’e’ bisogno di tutto: di persone che si improvvisino come giardinieri per le ville che si riaprono; di chi si presti a fare pulizie nelle case riaperte e affittate a turisti in transito breve; di chi rinforzi il personale nei ristoranti o nei bar sul lungo lago. Di chi nei vari, e rari, distributori aiuti a fare il pieno e magari anche a pulire i vetri. C’e’ poi chi si occupa di cani e li porta a spasso per le loro necessita’ e chi invece spinge carrozzine di anziani nelle ville bellissime che caratterizzano ognuno dei Castelli romani. Ci sono poi le lunghe file di bancarelle improvvisate lungo le strade e nelle piazze dei paesini, con la classica mercanzia fatta di borse piu’ o meno griffate e di prodotti tipici di un artigianato apparentemente esotico, con tanto di timbro made in China. Gente che si da’ da fare; che svolge piccoli, ma concreti servizi; che non disturba e che molto probabilmente agisce con il consenso dei commercianti locali. Svolgono realmente compiti che altri non farebbero; non vogliono voucher, preferiscono contanti; sono servizievoli senza sentirsi sfruttati; sono grati senza servilismo. Pensano in questo modo di potersi radicare prima e meglio nel nostro Paese. Non sanno di essere totalmente fori legge”. Lo afferma l’onorevole Paola BINETTI, Udc. BINETTI continua: “Qualcuno di loro afferma candidamente che preferisce lavorare cosi’, per sentirsi piu’ utile, anche se guadagna poco o comunque meno di quanto guadagnano gli italiani che fanno lo stesso lavoro, preferiscono questa gavetta alla inattivita’; i pochi soldi in tasca danno loro piu’ soddisfazione di quanta non gliene darebbe il tempo perso a bighellonare o comunque in attesa di risposte che non arrivano”. Eppure “senza la compiacente distrazione dei vigili o di qualunque altro agente in servizio non potrebbero godere di questa pausa estiva in cui il lavoro sembra esserci e sembra possibile farlo senza troppa burocrazia. Sono le contraddizioni del nostro tempo. Mentre difendiamo i diritti civili di tutti, lasciamo in secondo piano uno dei diritti fondamentali: il diritto al lavoro, quello per cui molti di loro hanno abbandonato le loro terre e si sono messi in viaggio per mantenere se stessi e la loro famiglia. Questa pausa sembra un sogno e non c’e’ nessuno accanto a loro che si scandalizzi o peggio ancora che abbia paura di loro. Ci sono e fanno quello che possono, se glielo lasciamo fare. E’ poco ma e’ gia’ qualcosa, non creare tra loro e noi un muro di burocrazia per difendere una legalita’, che a volte puo’ apparire arida e improduttiva”.