Migranti: Binetti (Udc), integrazione tenga conto delle nostre leggi

(DIRE) Roma, 12 set. – “Il dibattito sugli immigrati assume ogni giorno una coloritura diversa e i fatti sono narrati di volta in volta in una luce diversa e spesso contraddittoria. Oggi le tre domande emergenti sono di questo tenore, anche se domani forse saranno diverse: Papa Francesco al suo ritorno dalla Colombia, con le dichiarazioni fatte in aereo, ha fatto un passo indietro o no? Ha posto dei limiti ad una accettazione incondizionata degli immigrati, sottolineando invece la necessita’ della loro integrazione? Minniti invece bloccando le partenze sul fronte libico sta contribuendo alla soluzione di un problema tutto italiano diventato ingestibile, oppure consegna i mancati immigrati a quello che vene definito un vero e proprio inferno libico? Terza ed ultima domanda, per oggi, e’ possibile ipotizzare una analisi del problema e una sua potenziale soluzione senza scivolare nella strumentalizzazione elettorale, che in questo momento in Sicilia e’ particolarmente aggressiva?” Cosi’ Paola BINETTI, deputata UDC, intervenendo in un dibattito promosso da Etica e Democrazia con vari esponenti del mondo cattolico. “L’immigrazione, oggi come ieri- continua BINETTI- e’ un fatto innegabile di cui dobbiamo prendere atto e di cui dobbiamo gestire le dimensioni, senza mai perdere di vista il tema dei diritti umani, sia quelli dei possibili migranti, sia quelli delle persone che non solo dovrebbero accoglierli, ma che dovrebbero anche integrarsi con loro. L’integrazione dovra’ necessariamente tener conto del rispetto delle nostre leggi e delle nostre tradizioni, con particolare riferimento alla nostra fede e al rapporto con le donne. Ci sono obiettivi comuni, come la lotta alla poverta’ e alle discriminazioni di ogni tipo, ma c’e’ una storia tutta italiana che va salvaguardata e alla quale non si puo’ chiedere di fare un passo indietro, di negare le sue radici in nome di una falsa integrazione. Chi viene in Italia, vale la pena ricordarlo, viene perche’ sceglie l’Italia e resta perche’ vuole diventare italiano. Eventuali fantasie che immaginassero una potenziale islamizzazione del nostro paese- termina BINETTI- vanno respinte con energia e con convinzione, ma per questo e’ necessario che il famoso Ius Culturae tragga la sua forza dalla nostra stessa cultura, a cominciare dal diritto italiano, la nostra Costituzione, e la nostra Cultura, guardando piu’ alle sue eccellenze che alle sue criticita’.”