Migranti: Binetti (Udc), Piazza Indipendenza e Rimini facciano riflettere

“Si a nuovi diritti, ma serve anche rispetto dei vecchi”
(DIRE) Roma, 28 ago. – “Non si puo’ affrontare il problema immigrazione senza avere il coraggio di mettere a fuoco anche il tema della violenza: di quella subita e di quella perpetrata ai danni degli altri”. E’ quanto afferma l’onorevole Paola BINETTI, di Udc. “Piazza Indipendenza, con gli scontri che l’hanno caratterizzata in un senso e nell’altro- aggiunge BINETTI- ha rappresentato una immagine chiara e forte di come il prendersi cura di rifugiati e migranti non possa limitarsi a subire per anni una occupazione illegale, per poi rivendicare in quattro e quattr’otto lo sgombero pacifico dei locali abusivamente occupati. Ma desta anche una gravissima perplessita’ l’episodio della violenza subita a Rimini da una coppia di stranieri in vacanza sulla riviera romagnola. Non e’ ancora chiaro se vadano considerati per qualche ragione migranti, ma quel che e’ certo e’ che anche gli aggressori, il branco dei 4 violentatori, erano stranieri e forse migranti”. “La concentrazione di stranieri-migranti sulle coste dell’Adriatico- spiega ancora BINETTI- in estate sembra aumentare in modo esponenziale. Nella sensibilita’ popolare si va radicando sempre piu’ l’associazione di idee che lega straniero e paura; paura e violenza; violenza e perdita di sicurezza personale. Dopo una certa ora sembra che scatti una sorta di coprifuoco psicologico. Per cui non conviene andare in giro, neppure accompagnati. La soglia del femminicidio sembra che si stia alzando per diventare addirittura violenza di coppia, in cui il maschio e’ il primo ad essere abbattuto”. “La violenza verso le donne ha raggiunto una diffusione che mescola furto e stupro, a prescindere dal luogo, dall’ora e dall’eta’. In un clima di indifferenza generalizzata- continua la deputata Udc- perche’ la paura di azioni di rivalsa da parte degli aggressori rende le persone drammaticamente distratte e involontariamente complici di un degrado che si va diffondendo sempre di piu’. Una lingua diversa, modi di fare apparentemente ostili, il colore della pelle di chi ci sta vicino, attivano sensori che a loro volta creano uno stato di allarme, che le autorita’ competenti non possono piu’ ignorare. Migrante, rifugiato, straniero, non sono sinonimi; ma attualmente la gente fatica a distinguerli”. Spiega ancora BINETTI: “Per troppo tempo anche le regole piu’ semplici del vivere comune tra italiani e non italiani sono state messe a tacere in un nome di una tolleranza che aveva molto a che fare con una sorta di pigra indifferenza, oppure con una vera e propria incertezza sulla linea da seguire da parte delle forze dell’ordine. Tutti gli italiani in questi ultimi tempi sono stati facilmente messi sotto accusa: xenofobi perche’ non vogliono accogliere i poveri migranti; ignoranti perche’ non sanno distinguere tra un migrante e un rifugiato; pigri perche’ non vogliono lavorare e si lamentano che i migranti facciano i lavori da loro rifiutati; egoisti perche’ vorrebbero che fossero destinate ai propri figli le risorse messe a disposizione dei migranti. Poco cristiani perche’ in aperta trasgressione con quel che dice il papa. Insomma su di loro si sono riversate critiche di ogni tipo, senza mai recepire i loro bisogni elementari di sicurezza, di lavoro, di salvaguardia della loro identita’ e delle loro tradizioni, in un contesto sociale sempre piu’ difficile; impoverito dalla crisi culturale, economica, morale e sociale. Si tratta della linea di tensione piu’ elevata del prossimo settembre, ormai alle porte”. “Il no alla violenza deve essere tanto forte quanto il si’ alle regole piu’ elementari di convivenza umana sul piano della vita civile. Se l’autunno non comincia da qui sara’ davvero un autunno caldo e poco gestibile. Al si’ dei nuovi diritti deve corrispondere il si’ ai vecchi diritti consolidati dalla storia e dall’esperienza”, conclude BINETTI.