“CITTADINI SI SENTONO SOLI E ABBANDONATI” (DIRE) Roma, 31 ago. – “Roma Capitale della solidarieta’ e dell’inclusione, citta’ eclettica di fatto e’ per scelta consapevole. I romani sono tolleranti anche per via di quei millenni di storia che si portano sulle spalle e che sono scolpiti nelle sue pietre”. E’ quanto dichiara Paola BINETTI di Udc. “Alloggi per pellegrini- spiega BINETTI- mensa per i piu’ poveri, anche in formato emergenza, sono disponibili in molti luoghi della citta’, a cominciare dalla stazione Termini. Papa Francesco, vescovo di Roma, ha creato per i tanti poveri della citta’, italiani e stranieri, nel cuore di piazza San Pietro, posti per dormire, bagni e docce per lavarsi, una barberia e recentemente anche una lavanderia. La sua parola d’ordine e’ accoglienza, integrazione, come forme concrete in cui declinare la carita’ cristiana in tutte le sue sfumature. Ma in questi giorni questo equilibrio si e’ rotto. Lo sgombero dell’edificio a piazza Indipendenza ha rivelato un bubbone di sfruttamento drammatico, con un degrado umano, accompagnato da nuove forme di schiavitu’, che nessuno avrebbe potuto supporre. L’immagine del migrante buono, sfruttato in patria e in Italia, bisognoso di cure di ogni tipo, all’improvviso si e’ dissolta, mettendo in evidenza una intrinseca crudelta’ dei migranti piu’ esperti verso gli altri migranti”. “Ma era solo l’inizio- aggiunge BINETTI- la vera e propria spedizione punitiva, con aggressioni e violenze personali perpetrata nel centro immigrati del Tiburtino terzo rivela un disagio cosi’ profonda da far temere nuove forma di guerriglia urbana. I romani, e non solo loro, si sentono soli, abbandonati da chi dovrebbe tutelarli, sistematicamente sottoposti a trattamenti discriminatori, con soluzioni di vantaggio per i migranti, ai loro danni. Ovviamente la realta’ e’ molto piu’ complessa e in un certo senso italiani e migranti sono ugualmente vittime di poverta’ materiale e morale, ma i romani vantano qualche diritto in piu’. Diritti sistematicamente posposti rispetto a quelli di altri, a cominciare dalla casa e dal lavoro. È tutto cio’ sta esasperando gli animi fino al punto che basta un niente per scatenare la rabbia repressa, il malumore tipico di chi non crede piu’ nella legge e nelle forze dell’ordine. È facile criticare gli e gli altri, ma questo non aiuterebbe a mettere a fuoco la drammatica soglia di rottura che si e’ creata nella coesione sociale. Ormai non basta piu’ respingere gli immigrati sulla soglia di casa loro! Non sono piu’ sufficienti i nuovi accordi con la Libia, cosi’ apprezzati da Macro’n e dalla Merkel”. “Il problema grave ora e’ in Italia, con quanti sono gia’ sbarcati da mesi e da anni, con la loro mancata integrazione con le popolazioni locali giunte al punto di non ritorno. Prevenire sarebbe stato bene, ma ora non e’ piu’ sufficiente: occorre curare la nuova malattia che e’ esplosa, con caratteristiche di estrema contagiosita’, di ingravescenza e apparentemente senza rimedi efficaci”, conclude BINETTI.
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